ITALIA E SICUREZZA DEI LABORATORI
IL G7 PER L’ANNO corrente sarà a presidenza italiana. Da mercoledì si terrà a Roma la riunione del Global Partnership Working Group (Gpwg) del G7, che comprenderà un confronto sui progetti relativi alla biosicurezza. Come appreso dalla pandemia di Covid-19, esiste un’urgente necessità di prepararsi e proteggere le popolazioni da future epidemie ed emergenze sanitarie. L’italia si trova a presiedere il primo G7 dopo la pandemia in un panorama internazionale caratterizzato da una pericolosa crescita del numero di laboratori ad alto contenimento (BSL-3 e BSL-4) che lavorano con agenti patogeni, aumentando, come da episodi recenti, il rischio globale di un evento biologico accidentale o intenzionale con risultati devastanti. Non può non venire in mente l’impiego di risorse del Pnrr nella costruzione di laboratori BSL-3 a livello regionale, proprio nel nostro Paese! Purtroppo il concetto di sicurezza non è universale in un mondo dal pericolo universale. Un primo passo sarebbe l’universalizzazione e la piena attuazione della Convenzione sulle armi biologiche (Bwc) e fornire al processo di revisione in corso proposte concrete per l’evoluzione e il rafforzamento della Convenzione. Non è impresa facile, spesso arenata in sterili diatribe di nazioni che interpretano il controllo (sempre reciproco e condiviso) come la strategia di alcune superpotenze e queste spesso non accettano di condividere ricerca e know how con Paesi ritenuti inferiori o “Stati canaglia”. La nostra comunità scientifica deve aumentare la capacità d’identificare e studiare gli agenti patogeni, contenere e rispondere a epidemie nuove o riemergenti. Particolare preoccupazione destano la Cina, dove recenti iniziative dimostrano di non tener conto della recente pandemia, e dell’africa che può divenire una bomba biologica. A tale scopo l’italia cerca di rinnovare lo slancio della Signature Initiative to Mitigate Biological Threats in Africa (Simba), “Firma dell’iniziativa per Mitigare i pericoli Biologici”. Un anno di presidenza non può esser risolutivo, ma può lasciare un segno incisivo anche in termini di coerenza ai principi sostenuti.