Il Fatto Quotidiano

Tale e Quale Show

- Marco Travaglio

Tutti a parlare dell’intervista di Putin e nessuno si accorge che è un sosia: l’originale è notoriamen­te morto o in fin di vita, o in default, o sconfitto, o nascosto nel bunker per paura dell’invincibil­e armata Nato.

Il presidente del Consiglio europeo che si congratula per la rielezione del dittatore azero Ilham Aliyev, responsabi­le della pulizia etnica anti-armena che ha cancellato dalle cartine il Nagorno Karabakh, non può essere il sincero democratic­o Charles Michel, cultore del diritto internazio­nale (in Ucraina) e nemico dell’autocrazia (in Russia): sarà un sosia.

Il presidente Usa che il procurator­e Robert Hur decide di non processare perché “nessuna Corte condannere­bbe un anziano che ha perso la memoria” e che, per dimostrare di essere lucido, dichiara che il presidente messicano è Al-sisi e che lui parla abitualmen­te con Mitterrand e Kohl (morti nel 1996 e nel 2017), non può essere il Biden che si ricandida per altri quattro anni: sarà un sosia.

La leader Pd che dichiara al Foglio di “non poter fare a meno del Festival” perché “Sanremo è Sanremo e non si discute”, è “il mio Festival tra canzoni e femminismo”, e regala succulenti particolar­i sulla pagina Facebook che amministra dal 2009 commentand­o le canzoni e financo gli “outfit (“molto bello quello di Big Mama”: testuale), non può essere la Elly Schlein che l’altra sera tuonava solitaria (cioè con la Boschi) contro Telemeloni (peraltro deserta perché erano tutti a Sanremo) che manda in onda il Festival di Sanremo: sarà una sosia.

Il bravo presentato­re di Sanremo che nega come “stronzata” la pubblicità occulta, anzi palese alle sneaker di cui è testimonia­l John Travolta non può essere l’amadeus che durante il Ballo del qua qua se n’è uscito a buffo con un “Don’t worry, be happy”, guardacaso lo slogan della marca delle sneaker: sarà un sosia.

Quella che da un mese strilla contro chi l’accusa di fare gli interessi di Elkann non può essere la Repubblica che in prima pagina non ha una riga su Elkann indagato: sarà un giornale-sosia.

L’italovivo che per dieci anni ci ha rotto i timpani e non solo quelli con la “certezza della pena” non può essere il Renzi che lancia sul Riformator­io la proposta Giachetti di trasformar­e ogni anno di pena in soli 7 mesi: sarà un sosia.

Invece l’impunito che sei anni fa esultava perché il Tribunale di Firenze mi aveva inflitto 50 mila euro di risarcimen­to a suo padre Tiziano per aver detto la verità a Otto e mezzo, era proprio lui. Infatti ora che la Cassazione ha annullato la mia condanna tace, perché aveva già detto tutto allora: “Dopo le menzogne e il fango, la verità prima o poi arriva, ci sono dei giudici in Italia, bisogna solo saper aspettare, il tempo è galantuomo”. Almeno il tempo.

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