Il Fatto Quotidiano

“Cacciati da qui, siamo malati: non so quanto reggerò ancora”

- RAFAH (SUD DELLA STRISCIA) “RIMETTERSI IN CAMMINO O FARSI SPARARE?” AYA ASHOUR

Soffriamo di malattie che non finiscono mai e questo ci rende impossibil­itati a muoverci per almeno un’intera settimana. Da settimane soffro di alti livelli di sali nel sangue e questo mi rende il corpo visibilmen­te gonfio. A dire il vero non accetto la mia faccia gonfia per l’aumento dei sali. Nel frattempo la mia sorellina Rola, che ha due anni, soffre di una costante infezione all’orecchio, ed è per questo che passa le notti a piangere a causa del dolore. Le mie sorelle Jana, 10 anni, e Nour, 14 anni, soffrono di influenza e dolori costanti alla testa e allo stomaco, tanto che non possono mangiare, e mio fratello Ahmed, 8 anni, soffre di gravi infezioni. Più di un milione di sfollati a Rafah hanno tutte queste stesse malattie, senza che ci siano antidolori­fici disponibil­i o antibiotic­i sufficient­i, e senza medici a effettuare la diagnosi. Le persone hanno ripreso a migrare verso il centro della Striscia di Gaza, nelle zone meridional­i di Wadi Gaza, dove sono rimaste sfollate molte famiglie vicine alla nostra tenda, la maggior parte delle quali erano sfollati provenient­i dai campi di Nuseirat, Bureij e Maghazi, e questo è quanto ci rende nuovamente nervosi, mentre tutti ci consiglian­o di fuggire da Rafah prima dell’escalation. L’esercito di occupazion­e sta lanciando la sua operazione militare, e cominciamo a percepire che si sta avvicinand­o, poiché qui gli attacchi stanno aumentando e c’è la presenza costante di aerei da guerra nei cieli di Rafah, a differenza di quanto avveniva un mese fa. Quando siamo arrivati qui non sentivamo il rumore degli aerei come succede ora. Stiamo pensando se continuare il viaggio degli sfollati e andare verso il campo profughi di Nuseirat, oppure aspettare il nostro destino qui a Rafah!

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