I trattori sbugiardano Lollo e vanno al Circo Massimo
Il ministro visita un presidio e coccola gli agricoltori, che però annunciano la mobilitazione contro “il menefreghismo del governo”
Ci ha provato, il ministro Francesco Lollobrigida, a far passare l’incontro a Palazzo Chigi con le sigle sindacali e la visita al presidio degli agricoltori come momenti risolutivi del conflitto con il settore. Il cognato di Giorgia Meloni ha tentato di chiuderla lì, come se la giornata di ascolto di venerdì, culminata con la lettera letta da Amadeus a Sanremo, avesse ormai sgonfiato il movimento dei trattori, che da tre settimane protesta contro le politiche Ue e contro il governo italiano. Ma quella del ministro era solo un’illusione, al punto che giovedì gli agricoltori promettono di invadere il Circo Massimo con oltre 20 mila persone. E, a sentire Danilo Calvani, uno dei volti della protesta, sarà difficile per la destra farla passare come una protesta soltanto contro l’ue, visto che nella locandina di lancio dell’evento i Comitati Riuniti Agricoli citano “lo strapotere illegittimo della comunità europea” ma anche “il menefreghismo del governo italiano”.
La giornata inizia, appunto, con le parole rassicuranti di Lollobrigida. È reduce da una visita al presidio di Riscatto Agricolo, uno dei gruppi che ha animato le proteste in giro per l’italia, e ne fornisce una versione parecchio edulcorata: “Ho trovato tutta gente che aveva chiarissimo che il nostro governo è al loro fianco. Si tratta di persone che arrivano a fare 10 ore di percorso a 40 all’ora su un trattore da Pescata a Roma. Significa che sono esasperati, quindi vogliono vedere fatti concreti”. Come quelli che il governo ha fatto, ovviamente: “Alcuni fatti concreti possiamo farli noi subito, altri li stanno vedendo con le politiche che Meloni sta tenendo in Europa, qualche segnale a loro arriva e gli dà fiducia”.
GIOVEDÌ ADERISCE PURE CASTELLINO, VOLTO DI FN
E FINCHÉ
è la Lega, col capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, a dire che tutto ciò “non basta”, in FDI non si meravigliano neanche più, visto il clima da campagna elettorale che va avanti da giorni. Il problema è che nel giro di un paio d’ore Lollobrigida viene sbugiardato dagli stessi agricoltori, i quali non solo bollano come insufficienti le risposte date finora dal governo, ma rilanciano con la manifestazione al Circo Massimo di Roma: “Siamo appena usciti dalla Questura di Roma – annuncia Calvani nel pomeriggio – concordando i metodi della prima manifestazione (ripeto: prima, perché ce ne saranno altre a oltranza) per giovedì 15 febbraio. Lanciamo un invito a tutte le categorie: agricoltori, artigiani, commercianti, cittadini, tutti. Perché questa è la manifestazione di tutti”. Nei progetti del Cra, insomma, la protesta vuole persino uscire dai confini del settore agricolo.
Al Circo Massimo arriveranno una decina di trattori e, sperano gli organizzatori, decine di migliaia di cittadini ben lontani dal sentirsi rassicurati dal ministro-cognato: “Lollobrigida ha fatto solo pagliacciate – attacca Calvani parlando col Fatto – perché il governo ha incontrato persone che non ci rappresentano (tra cui Coldiretti e Confagricoltura, ndr) e al presidio in cui è andato lui c’era un gruppo di persone che fanno politica, non fanno parte della nostra protesta. Infatti loro lo hanno applaudito, tutti gli altri lo hanno fischiato”.
E IN EFFETTI Riscatto Agricolo appare diviso, con – per esempio – il gruppo guidato da Andrea Papa che parla di “altre mobilitazioni in arrivo” e quello legato a Roberto Rosati che invece si dice soddisfatto dall’incontro avuto con il ministro e infatti non sarà al Circo Massimo giovedì. Secondo Calvani, l’esenzione dell’irpef sugli imprenditori agricolo con Isee inferiore a 10 mila euro (che arriverà questa settimana come emendamento del governo al Milleproroghe) non basta: “È una presa in giro. Dicono che copre il 90 per cento degli agricoltori, ma chiunque abbia un pezzo di terra sfora facilmente i 10 mila euro)”.
La protesta del Circo Massimo, quindi, chiamerà in causa Meloni e i suoi. Creando anche un imbarazzo nella Lega, che finora ha fomentato le proteste ma che adesso, sostenendo gli agricoltori in rivolta, accuserebbe esplicitamente la premier e il ministro Lollobrigida. I quali, a questo punto, confidano che la mobilitazione possa screditarsi a causa della disomogeneità del movimento, diviso in mille rivoli e orgogliosamente a-partitico, con la conseguenza però di aver messo le une accanto alle altre persone molto distanti tra loro. Se tra i primi a schierarsi coi trattori è stato Antonio Di Pietro, per il Circo Massimo già arriva l’adesione di Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova a Roma appena condannato a 8 anni e 7 mesi in primo grado per l’assalto alla Cgil del 2021. “Non posso controllare tutti – allarga le braccia Calvani – Ma io per primo ho chiesto alla Questura di fare attenzione, di mettere gli uomini dove serve. Ho il terrore che qualcuno possa anche solo lanciare un sasso alla Coldiretti, gettando fango su tutta la protesta”. Castellino prenda nota.