“Stop al genocidio”, la Rai scarica Ghali e si scusa tra i fischi
aisod Umbraculi agna scor rura asdas, uasd Medusa per prevenire uno sfondamento della frontiera e la tanto temuta ondata di profughi. Ma al-sisi sta facendo pressione anche su Hamas affinché abbassi le richieste per arrivare a un accordo che porti a un cessate il fuoco. Hamas risponde indirettamente sostenendo che se i soldati israeliani metteranno gli scarponi sul suolo di Rafah, salterà qualsiasi forma di trattativa sugli ostaggi. Il Wall Street Journal scrive che “l’egitto ha avvertito Hamas che se non raggiungerà un accordo con Israele entro due settimane, l’esercito israeliano entrerà a Rafah.
Anche Parigi è seriamente preoccupata, non da ultimo per questioni interne data la presenza di milioni di musulmani sul suo territorio. Il ministero degli Esteri ha alzato i toni : “Un’offensiva israeliana su larga scala a Rafah creerebbe una situazione umanitaria catastrofica di una nuova dimensione e del tutto ingiustificabile. Per evitare il disastro, ribadiamo il nostro appello per la fine dei combattimenti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Regno Unito. Il ministro
HAMAS MINACCIA DI CHIUDERE IL NEGOZIATO SUGLI OSTAGGI
degli Esteri David Cameron ha affermato di essere "profondamente preoccupato per la prospettiva di un'offensiva militare a Rafah: oltre la metà della popolazione di Gaza è rifugiata nell'area”.
Il capo della politica estera dell'ue, Josep Borrell Fontelles, ha avvertito che un'offensiva militare israeliana su Rafah “porterebbe a un'indicibile catastrofe umanitaria e a gravi tensioni con l'egitto”.
BIBI PERÒ SI MOSTRA
sicuro e fiducioso. In un’intervista ieri alla tv americana Abc ha ribadito: "La vittoria è a portata di mano”. Un auspicio smentito da come sta andando la guerra. Intanto l'ambasciatore israeliano presso l'onu ha invitato il capo dell'unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, ad “assumersi la responsabilità e dimettersi” in un post su X dopo che l'idf e lo Shin Bet hanno dichiarato di aver scoperto sabato un sistema di tunnel di Hamas che passava sotto il quartier generale centrale dell'unrwa a Gaza.
Una valanga di fischi. È finita così, con il comunicato di “scuse” da parte dell’ad della Rai, Roberto Sergio, alle comunità ebraiche italiane e all’ambasciata israeliana in Italia, fatto leggere in diretta su Rai 1 alla conduttrice di Domenica In, Mara Venier, con il pubblico dell’ariston che apre la contestazione e, probabilmente, la caccia al capro espiatorio.
Tutto è iniziato sabato sera con l’esibizione al Festival di Sanremo del cantante milanese Ghali Amdouni, in arte “Ghali”, figlio di tunisini. Prima di lasciare il palco, l’artista ha inscenato una gag con la sua mascotte “Rich Cholino” e lanciato l’appello “Stop al genocidio”. Un riferimento non dichiarato all’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza, avviata dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre. Il caso ha voluto che pochi minuti prima, durante l’esibizione del rapper Tedua a bordo della Costa Smeralda, tra il pubblico si erano già levati cartelli con lo stesso slogan e bandiere palestinesi. Apriti cielo.
La replica, durissima, è arrivata dall’ambasciatore israeliano in
Italia, Alon Bar, che su X ha attaccato frontalmente il rapper: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Ghali, presente per contratto – come tutti gli altri colleghi in gara
–a Domenica In ‘Speciale Sanremo’, ha replicato a tono: “Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia (l’ambasciatore, ndr) risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire”. Parole giunte proprio negli stessi minuti in cui l’ad Sergio diffondeva una dichiarazione alle agenzie di stampa: “La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”. Destinatari l’ambasciatore Bar e la presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. Imbarazzo su imbarazzo. Mara Venier, lasciata da sola a gestire una situazione esplosiva, è una corda di violino e finisce pure per zittire il rapper Dargen D’amico (giudice di X Factor) che in riferimento alla sua canzone dice una cosa anche banale: “Se non proteggiamo i bambini c’è qualcosa che non va”. Non ci sono riferimenti a Gaza o alla guerra, ma Venier va in tilt e lo bacchetta: “Siamo qui per parlare di musica” e a microfono non spento implora: “Non mettetemi in difficoltà”.
SANREMO COMUNITÀ SU TUTTE LE FURIE, DARGEN ZITTITO DALLA VENIER
MA ORMAI
la frittata è già bella che fatta. Anche perché le comunità ebraiche ce l’hanno più con la Rai che con i cantanti. “Mi sarei aspettata un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas”, dice proprio Di Segni, mentre il presidente della Comunità romana, Victor Fadlun, sperava in “uno spazio anche piccolo per dedicare un pensiero a Nir Forti”, il dj italo-israeliano di 29 anni ucciso da Hamas al Nova Music Festival. E al Fatto fonti vicine alla comunità romana aggiungono: “Nessuna azione legale, ma sarebbero bastati pochi secondi, per ricordare la strage del rave così da bilanciare le esternazioni personali dei cantanti”. Posizione identica a quella del deputato Pd, Piero Fassino: “È sconcertante che nessun l’abbia fatto”. A fine giornata la pezza “riparatoria” di Sergio, invocata da Maurizio Gasparri Il risultato? Fischi à gogo .E teste pronte a rotolare.