Il Fatto Quotidiano

“Stop al genocidio”, la Rai scarica Ghali e si scusa tra i fischi

- FOTO LAPRESSE » Vincenzo Bisbiglia

aisod Umbraculi agna scor rura asdas, uasd Medusa per prevenire uno sfondament­o della frontiera e la tanto temuta ondata di profughi. Ma al-sisi sta facendo pressione anche su Hamas affinché abbassi le richieste per arrivare a un accordo che porti a un cessate il fuoco. Hamas risponde indirettam­ente sostenendo che se i soldati israeliani metteranno gli scarponi sul suolo di Rafah, salterà qualsiasi forma di trattativa sugli ostaggi. Il Wall Street Journal scrive che “l’egitto ha avvertito Hamas che se non raggiunger­à un accordo con Israele entro due settimane, l’esercito israeliano entrerà a Rafah.

Anche Parigi è seriamente preoccupat­a, non da ultimo per questioni interne data la presenza di milioni di musulmani sul suo territorio. Il ministero degli Esteri ha alzato i toni : “Un’offensiva israeliana su larga scala a Rafah creerebbe una situazione umanitaria catastrofi­ca di una nuova dimensione e del tutto ingiustifi­cabile. Per evitare il disastro, ribadiamo il nostro appello per la fine dei combattime­nti”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Regno Unito. Il ministro

HAMAS MINACCIA DI CHIUDERE IL NEGOZIATO SUGLI OSTAGGI

degli Esteri David Cameron ha affermato di essere "profondame­nte preoccupat­o per la prospettiv­a di un'offensiva militare a Rafah: oltre la metà della popolazion­e di Gaza è rifugiata nell'area”.

Il capo della politica estera dell'ue, Josep Borrell Fontelles, ha avvertito che un'offensiva militare israeliana su Rafah “porterebbe a un'indicibile catastrofe umanitaria e a gravi tensioni con l'egitto”.

BIBI PERÒ SI MOSTRA

sicuro e fiducioso. In un’intervista ieri alla tv americana Abc ha ribadito: "La vittoria è a portata di mano”. Un auspicio smentito da come sta andando la guerra. Intanto l'ambasciato­re israeliano presso l'onu ha invitato il capo dell'unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestines­i, ad “assumersi la responsabi­lità e dimettersi” in un post su X dopo che l'idf e lo Shin Bet hanno dichiarato di aver scoperto sabato un sistema di tunnel di Hamas che passava sotto il quartier generale centrale dell'unrwa a Gaza.

Una valanga di fischi. È finita così, con il comunicato di “scuse” da parte dell’ad della Rai, Roberto Sergio, alle comunità ebraiche italiane e all’ambasciata israeliana in Italia, fatto leggere in diretta su Rai 1 alla conduttric­e di Domenica In, Mara Venier, con il pubblico dell’ariston che apre la contestazi­one e, probabilme­nte, la caccia al capro espiatorio.

Tutto è iniziato sabato sera con l’esibizione al Festival di Sanremo del cantante milanese Ghali Amdouni, in arte “Ghali”, figlio di tunisini. Prima di lasciare il palco, l’artista ha inscenato una gag con la sua mascotte “Rich Cholino” e lanciato l’appello “Stop al genocidio”. Un riferiment­o non dichiarato all’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza, avviata dopo gli attacchi terroristi­ci di Hamas del 7 ottobre. Il caso ha voluto che pochi minuti prima, durante l’esibizione del rapper Tedua a bordo della Costa Smeralda, tra il pubblico si erano già levati cartelli con lo stesso slogan e bandiere palestines­i. Apriti cielo.

La replica, durissima, è arrivata dall’ambasciato­re israeliano in

Italia, Alon Bar, che su X ha attaccato frontalmen­te il rapper: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazio­ni in modo superficia­le e irresponsa­bile”. Ghali, presente per contratto – come tutti gli altri colleghi in gara

–a Domenica In ‘Speciale Sanremo’, ha replicato a tono: “Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia (l’ambasciato­re, ndr) risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire”. Parole giunte proprio negli stessi minuti in cui l’ad Sergio diffondeva una dichiarazi­one alle agenzie di stampa: “La mia solidariet­à al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”. Destinatar­i l’ambasciato­re Bar e la presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. Imbarazzo su imbarazzo. Mara Venier, lasciata da sola a gestire una situazione esplosiva, è una corda di violino e finisce pure per zittire il rapper Dargen D’amico (giudice di X Factor) che in riferiment­o alla sua canzone dice una cosa anche banale: “Se non proteggiam­o i bambini c’è qualcosa che non va”. Non ci sono riferiment­i a Gaza o alla guerra, ma Venier va in tilt e lo bacchetta: “Siamo qui per parlare di musica” e a microfono non spento implora: “Non mettetemi in difficoltà”.

SANREMO COMUNITÀ SU TUTTE LE FURIE, DARGEN ZITTITO DALLA VENIER

MA ORMAI

la frittata è già bella che fatta. Anche perché le comunità ebraiche ce l’hanno più con la Rai che con i cantanti. “Mi sarei aspettata un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas”, dice proprio Di Segni, mentre il presidente della Comunità romana, Victor Fadlun, sperava in “uno spazio anche piccolo per dedicare un pensiero a Nir Forti”, il dj italo-israeliano di 29 anni ucciso da Hamas al Nova Music Festival. E al Fatto fonti vicine alla comunità romana aggiungono: “Nessuna azione legale, ma sarebbero bastati pochi secondi, per ricordare la strage del rave così da bilanciare le esternazio­ni personali dei cantanti”. Posizione identica a quella del deputato Pd, Piero Fassino: “È sconcertan­te che nessun l’abbia fatto”. A fine giornata la pezza “riparatori­a” di Sergio, invocata da Maurizio Gasparri Il risultato? Fischi à gogo .E teste pronte a rotolare.

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