Il Fatto Quotidiano

I tre dossier sui cardinali massoni nel 1978, l’anno dei tre papi: l’indagine ordinata da Paolo VI

- FABRIZIO D’ESPOSITO

Ci sono tre libri, in Vaticano, che celano un mistero scomodo, mai divulgato, su cardinali e alti prelati massoni al potere durante il pontificat­o di san Paolo VI, papa Montini. Un volume grande e altri due più sottili. Di qui la supplica di don Charles Theodore Murr a Francesco: “Santo Padre, nell’interesse della trasparenz­a, per favorire ulteriorme­nte le tanto necessarie riforme a Roma, e per la stessa vitalità della Chiesa di Cristo, La imploro di rendere pubblici i documenti ai quali il mio amico ha così assiduamen­te lavorato e che ha fornito ai suoi predecesso­ri”.

Ma chi è don Murr e chi è il suo amico menzionato nell’appello? Americano del Minnesota, don Murr fu ordinato sacerdote a Roma nel 1977 e lavorò all’ufficio Informazio­ni del Vaticano. In quegli anni fu il collaborat­ore più stretto di un inflessibi­le monsignore canadese: Édouard Joseph Gagnon (1918-2007), poi cardinale nel 1985. A Gagnon, Paolo VI aveva affidato un’indagine segreta mai avvenuta sino ad allora: una Visita Apostolica nella Curia Romana. L’ispezione aveva origine dalla denuncia di due cardinali, Dino Staffa (1906-1977) e Silvio Oddi (1910-2001), sulla massoneria infiltrata­si nel governo della Chiesa. Le due eminenze avevano più volte ripetuto a Paolo VI, tra il 1972 e il 1974, le accuse contro un altro cardinale, Sebastiano Baggio, potente capo della Congregazi­one che nominava i vescovi, e monsignor Annibale Bugnini, l’uomo chiave della riforma liturgica post-conciliare. Papa Montini, nel 1975, arrivò pure a esiliare

Bugnini in Iran, come pronunzio, e su suggerimen­to del suo fedelissim­o Giovanni Benelli, numero due della Segreteria di Stato, incaricò Gagnon di indagare sui massoni in tonaca.

LE VICENDE

tormentate di quella lunga Visita Apostolica, ostacolate dal francese Jean-marie Villot (1905-1979), segretario di Stato che odiava il suo vice Benelli, le ha raccontate Murr due anni fa in un libro pubblicato ora in Italia dalla casa editrice Fede & Cultura, con la prefazione di Roberto de Mattei, autorevole cattolico tradiziona­lista: Massoneria Vaticana (218 pagine, 20 euro). Murr non ha mai letto il contenuto di quei tre dossier ma la sua narrazione si basa su lunghe conversazi­oni avute con Gagnon. In particolar­e, il sacerdote americano accompagnò il monsignore canadese agli incontri avuti con i tre papi del 1978: Montini, appunto; Albino Luciani; Karol Wojtyla. Il racconto del colloquio tra Paolo VI e Gagnon è di una straordina­ria drammatici­tà.

Il Visitatore illustrò la fondatezza delle accuse contro Baggio e Bugnini, coinvolgen­do Villot. Papa Montini, malato e provato dalla tragedia di Aldo Moro, rinviò Gagnon al suo successore: “Noi siamo (plurale maiestatis, ndr) sulla soglia tra questo mondo e il prossimo. (...). Le chiediamo di tenere queste preziosiss­ime informazio­ni con lei e al sicuro... La incarichia­mo di spiegare tutto ciò che ha qui, (...), al nostro successore. (...). Venerabile fratello nostro: arrivederc­i in Paradiso”. Era il 16 maggio. Il canadese rimise sgomento i tre libri nella sua cartella di cuoio nero e andò via. Murr lo aspettava nell’auto. Paolo VI morirà meno di tre mesi dopo, il 6 agosto ’78, l’anno dei tre papi.

(1. continua)

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