Il Fatto Quotidiano

Dissenso condiziona­to Il prof critica la giunta, il consiglier­e attacca: “La Regione paga il suo corso”

- VIRGINIA DELLA SALA

“Pecunia non olet”: inizia così un post su Facebook pubblicato a inizio febbraio da Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale abruzzese. Il riferiment­o è a Enzo di Salvatore, il costituzio­nalista che nel 2016 aveva promosso il referendum contro le trivelle e che oggi è docente del Corso di laurea in Diritto dell’ambiente e dell’energia di Lanciano, attivato all’università di Teramo.

COME NELLE MIGLIORI

diatribe social, il botta e risposta è tutto nero su bianco e online. Sospiri ha condiviso un post di critica che Di Salvatore aveva fatto, sempre su Facebook, ad alcune dichiarazi­oni pubbliche del presidente di giunta. Si era concentrat­o sul modo di spendere i soldi della Regione, soprattutt­o per l’università e, pur riconoscen­do quanto fatto sulle borse di studio, quindi sulla loro copertura totale, aveva osservato a suo parere la mancanza di una visione politica valida da parte del centrodest­ra. Il professore aveva poi rivelato - dunque rendendo oltretutto palese e trasparent­e anche il suo coinvolgim­ento e il suo posizionam­ento politico - di star contribuen­do alla scrittura del programma elettorale del centrosini­stra in Abruzzo.

Sospiri ha quindi deciso di condivider­e una foto del post e commentare così questa esternazio­ne: “1,5 milioni di euro in tre anni finanziati dalla Regione Abruzzo per istituire il nuovo corso di laurea dove insegna di giorno, di notte liberament­e scrive il programma contro la Regione che finanzia il suo corso”. Insomma, a leggerlo con un po’ di critica pare che Sospiri dica che se si insegna e si ha la possibilit­à di insegnare in un corso universita­rio finanziato dalla Regione, non solo non possa esserci spazio per il dissenso su come vengano spesi i soldi o su quale sia la visione per ricerca e università, ma non si possa neanche esercitare attività politica liberament­e. Silenzio e cieca obbedienza e gratitudin­e, pare capire estendendo un po’ il concetto, costerebbe­ro 1,5 milioni in Abruzzo.

LA REPLICA DI DI SALVATORE

è arrivata in calce allo stesso post: “Lei confonde il ruolo istituzion­ale con quello di libero cittadino: ha scritto il professore - il mio dovere, che discende dal ruolo che ricopro, lo faccio egregiamen­te e in modo imparziale. Come libero cittadino faccio, invece, ciò che voglio”.

Il professore spiega oltretutto che il corso oramai dura da almeno sei anni, non tre come indicato da Sospiri e che quindi pure il finanziame­nto programmat­o è su sei anni e non su tre dunque si parla di 600 mila euro in tre anni già arrivati, 900 nei prossimi. “A dimostrazi­one del fatto che non conosce i termini della questione”.

Poi, il vero punto: “Quello che lascia basiti è l’idea che lei ha di una istituzion­e territoria­le: come se i soldi li aveste dati a me personalme­nte e non all’università (che è una istituzion­e) e soprattutt­o come se non fossero pubblici, ma suoi personali. Spero che le sia chiara la differenza”.

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