Ucraina Il siluramento di Zaluzhny dice che Zelensky ha perso la guerra
Zelensky ha rimosso Zaluzhny perché ha perso la guerra. Il suo problema non è più organizzare la vittoria, ma gestire la sconfitta. Nel suo articolo pubblicato sul sito della Cnn l’8 febbraio scorso, Zaluzhny ha lasciato intendere che l’ucraina non può più contare sul sostegno degli Stati Uniti e, pertanto, deve sviluppare una strategia per contare sulle proprie forze. Ridotta all’essenziale, questa strategia consisterebbe nel costruire droni, l’unica cosa in cui l’industria militare ucraina si distingua.
Questa proposta di Zaluzhny rivela tre informazioni fondamentali che i cosiddetti media dominanti in Italia nascondono. La prima è che l’ucraina ha perso la guerra. Proporre di investire nella produzione di droni significa avere rinunciato alla riconquista delle cinque regioni occupate che richiede soldati, munizioni pesanti e contraerea. Ciò di cui l’ucraina manca e che l’occidente non è in grado di dare. La seconda informazione è che la controffensiva è stata un fallimento totale, altrimenti Zaluzhny non avrebbe richiesto 500.000 nuovi soldati a Zelensky. Che il comandante di un esercito richieda urgentemente 500.000 nuove reclute alla fine di una controffensiva è un po’ come un ammiraglio che richieda urgentemente un salvagente alla fine della battaglia navale. Vuol dire che l’esercito è esangue. Se poi l’esercito si è dissanguato per non conquistare nulla, allora il comandante che chiede 500.000 nuovi soldati viene rimosso. Ciò che è successo durante la controffensiva è esattamente questo: tutte le volte che gli ucraini mettevano la testa fuori dalla trincea venivano decollati dall’artiglieria russa. La terza informazione è che Zelensky non controlla l’esercito. Se il presidente chiede al comandante dell’esercito di dimettersi di lunedì, e poi si trova a supplicarlo il venerdì, allora l’esercito non riconosce la sua autorità. Chi comanda l’esercito ucraino? La risposta emerge dall’analisi del siluramento che può essere suddiviso in tre fasi. Nella prima fase, Zelensky ha chiesto a Zaluzhny di dimettersi e Zaluzhny ha rifiutato. Nella seconda fase Zelensky ha nuovamente convocato Zaluzhny per chiedergli di dimettersi in cambio di un incarico prestigioso nel governo: Zaluzhny ha detto no. Nella terza fase, i vertici della Casa Bianca (Victoria Nuland) si sono recati a Kiev e hanno chiesto a Zaluzhny di fare un passo indietro. Zaluzhny ha accettato.
Ma i problemi sono appena iniziati per Zelensky. Non avendo più il controllo effettivo dell’esercito, il potere di Zelensky riposa soprattutto sulla sua capacità di ottenere soldi con cui “pagare” buona parte dei suoi consensi, per lo più nella macchina governativa, dove ha nemici feroci. “Give me money!” è la frase più pronunciata da Zelensky nei meeting internazionali. Purtroppo per lui, ciò che Trump ha detto nell’ultimo comizio in South Carolina è agghiacciante. In buona sostanza Trump ha detto che, una volta alla Casa Bianca, porterà Zelensky al tavolo della pace per un orecchio. Ha detto anche che non gli darà più un dollaro e che le perdite per l’esercito ucraino sono molto maggiori di quelle riportate “dai media corrotti che diffondono false notizie sull’ucraina”. Tutto questo riconduce al Corriere della Sera e Repubblica. Anziché riconoscere il fallimento delle loro previsioni ottimistiche, profondono notizie false sull’autore di questa rubrica, arrivando addirittura a scrivere che avrebbe organizzato la spedizione di un gruppo di italiani a Mosca per violare le sanzioni occidentali.
CAMBI IL CAPO DELL’ESERCITO HA DETTO DUE VOLTE NO ALLA RICHIESTA DI DIMISSIONI: IL SÌ SOLO AGLI USA