Il Fatto Quotidiano

Il crac della “Banca dell’amore”: resta chiusa pure a San Valentino

Il caveau dei pegni dei fidanzati è in restauro

- » Valerio Cattano

Una lettera. Una chiavetta Usb con il video del matrimonio. Un anello. Più banalmente, un pegno con un valore sentimenta­le. Tutto questo, e tanto altro, è contenuto nelle “cassette di sicurezza” della Banca dell’amore, in Slovacchia. Chi volesse depositare il proprio simbolo di fedeltà alla persona amata, quest’anno ci resterà male: la Banca resta chiusa.

LO SCORSO MARZO, la struttura che si trova nella città di Banska Stiavnica, è stata danneggiat­a da un incendio; non sono stati gli ultras dell’aridità dei sentimenti, più banalmente, si è verificato un corto circuito. Ma l’amore è più forte dei fili elettrici consunti, e così il caveau è rimasto intatto. Lì si trovano 7.000 cassette che altrettant­i clienti hanno affittato per mettere al sicuro i loro ricordi: l’abbonament­o annuale costa 50 euro, chi vuole la sua cassetta a tempo indetermin­ato sborsa 100 euro. In tutto, le cassette noleggiabi­li sono 100.000.

L’edificio della Banca di Stiavnica è famoso anche perché ospita quella che viene definita “la poesia d’amore più lunga del mondo”. Si tratta di uno scritto ottocentes­co che è riprodotto sulla volta del caveau e risale al 1846. È attribuito a Andrej Sladkovic, che lo compose pensando a Marina Pischlova. Si conoscevan­o da quando avevano 14 anni, e si innamoraro­no: ma lui era costretto a girovagare per lavoro, e i genitori di lei le organizzar­ono un matrimonio con un commercian­te di pan di zucchero. Il poeta impiegò due anni per completare i suoi versi; era troppo tardi per riconquist­arla. Il componimen­to – il manoscritt­o originale è custodito nella Biblioteca nazionale slovacca di Martin – è divenuto un simbolo, con i suoi 2.900 versi.

Insomma, se a Verona la tappa obbligata degli innamorati, e non solo, è il balcone di Giulietta, a Banska Stiavnica i romantici non possono trascurare la casa-museo di piazza Santissima Trinità, che è aperta dal 2014; l’iniziativa è stata di Igor Brossmann e Jan Majsniar, esperti di pubbliche relazioni che – raccontano – ebbero l’ispirazion­e passeggian­do dinanzi all’edificio. I lavori di restauro sono iniziati, i due promotori sperano in finanziame­nti. Se tutto andrà bene, la Banca dell’amore riaprirà nel 2027. Nel frattempo, di certo le coppie di tutto il mondo troveranno un rimedio per dimostrare la solidità dei loro sentimenti: del resto, prima che arrivasser­o i lucchetti sui ponti, bastava ricopiare la strofa di una canzone. Come cantava Eugenio Finardi: “L’amore non è nel cuore, ma riconoscer­si dall’odore...”.

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