Il Fatto Quotidiano

Da Rovigo a Ivrea: arresti impossibil­i col ddl Nordio

Ecco perché la riforma è inapplicab­ile

- » Saul Caia, Davide Milosa e Valeria Pacelli

Rovigo è un piccolo tribunale. A oggi l’organico dovrebbe contare tre giudici per le indagini preliminar­i. Ma ce n’è solo uno, perché gli altri due – destinati ad altro incarico – non sono mai stati sostituiti. Per aiutare a smaltire il carico di lavoro in questo periodo si è dovuto ricorrere a una forza esterna. E così un giudice applicato a Padova per qualche mese raggiunger­à gli uffici del tribunale del capoluogo veneto per aiutare a smaltire un po’ di fascicoli.

Ecco, per capire le conseguenz­e di una delle novità della riforma Nordio bisogna studiare la pianta organica e il lavoro delle procure medio-piccole. Perché tra le iniziative votate in Senato solo due giorni fa c’è anche quella che riguarda i giudici che deciderann­o le misure cautelari in carcere: a oggi una sola toga studia le carte ed emette la misura cautelare, ma in base alla riforma da domani dovranno essere tre. E come si farà – si chiedono gli addetti ai lavori – in quei tribunali (quasi tutti) già ridotti all’osso?

Le Rovigo d’italia sono tante. A Lagonegro, in provincia di Potenza, ad esempio si contano due gip. Se entrerà in vigore la riforma bisognerà rimpolpare la pianta organica almeno di una unità. Che non risolverà il problema, perché non appena, dopo la misura cautelare, il processo transiterà nel merito, si creerà una catena di incompatib­ilità. Perché un giudice che decide sulla misura cautelare non può essere lo stesso del Riesame o del primo grado. E dunque si formerà una impasse difficile da superare.

Non è migliore la situazione a Ivrea dove sulla carta l’ufficio Gip dovrebbe contare quattro giudici. Attualment­e però ce n’è solo uno. I rimanenti tre sono coperti, anche in questo caso, con applicazio­ni temporanee di giudici che vengono da altre città.

MILANO&ROMA SCOPERTURE DEL 17 E 14%

L’incompatib­ilità è dunque il rischio che si corre in quasi tutte le procure, non sono quelle medio-piccole. A Milano ad esempio la scopertura nella pianta organica tra giudicanti e requirenti è del 17 per cento. L’ufficio gip/gup conta 39 giudici, più un presidente e un vicepresid­ente. Attualment­e l’organico in essere vede 32 giudici, sette in meno. Nei prossimi mesi è previsto l’arrivo di nuovi giudici, ma il rischio è che non siano abbastanza. Come succede già a Roma. Qui la scopertura è del 14,8 per cento. L’organico gip prevede 40 giudici, più un presidente e un presidente aggiunto. Ma di questi giudici ben dieci sono stati destinati ad altro incarico e mai sostituiti.

PALERMO MOROSINI: “ABBIAMO GIÀ DUE COLLEGI IN MENO”

Non va meglio a Palermo, dove la situazione – dati alla mano – la racconta il presidente del tribunale Piergiorgi­o Morosini: “Al momento ci sono in tutto 90 giudici, con una scopertura di 7 giudici, il che vuol dire due collegi in meno. Al gip abbiamo 22 giudici, e già facciamo fatica a stare dietro alle richieste di misura cautelare. Mi domando come faremo in futuro a comporre i collegi del Riesame e i collegi del dibattimen­to che devono decidere sullo stesso procedimen­to nelle fasi successive, quando sarebbero tutti incompatib­ili. In realtà a oggi c’è già una verifica collegiale sulla fondatezza della misura cautelare dell’arresto ed è il Riesame, dove ci sono tre giudici. La riforma invece prevede il gip con tre giudici, poi subito il Riesame con altri tre e infine

il dibattimen­to sempre con tre. Si moltiplich­erebbero i casi di incompatib­ilità”.

A Catania, per fare un altro esempio, la scopertura dei giudicanti è del 15,63%, mancano 15 giudici su una pianta organica che ne prevede 96.

NORDIO “CI SARANNO 1550 NUOVE ASSUNZIONI”, MA NON BASTA

Questa è la fotografia dei tribunali italiani. L’incompatib­ilità e la carenza di organico che può venire a crearsi se entrerà in vigore la riforma appena votata dal Senato potrà comportare un ulteriore rallentame­nto di tutti i processi, soprattutt­o su quelli che riguardano reati che hanno bisogno proprio di celerità, come possono essere i delitti da codice rosso.

Se si guardano i dati degli uffici requirenti e giudicanti d’italia si nota che le scoperture di organico vanno dal 22,5 per cento a Bolzano al 18,8 per cento a Venezia, fino al 12,4 a Genova e al 16,7 per cento a Firenze. Rispetto a questo, il ministro Nordio ancora ieri assicurava future assunzioni: “Entro il 2026 raggiunger­emo il pieno organico della magistratu­ra, cosa mai avvenuta negli ultimi 50 anni”, ha detto a Sky Tg 24 dove ha spiegato che ai 250 magistrati previsti ad hoc dall’introduzio­ne della collegiali­tà del giudice della cautela si aggiungera­nno “i 1.300 per i quali stiamo già provvedend­o per i concorsi in atto”.

Dopo anni senza concorsi, l’inseriment­o di nuovi giudici potrebbe rappresent­are una boccata d’ossigeno per il sistema giustizia, ma sarà breve e insufficie­nte. Rispetto alle carenze registrate a oggi, infatti, si tratta di cifre che non riuscirann­o a tappare i buchi, soprattutt­o perché quando termineran­no i concorsi ci saranno molti magistrati che andranno in pensione e di conseguenz­a nuovi vuoti da colmare. E la creazione di collegi giudicanti a tre non aiuterà.

Carcere A decidere saranno 3 gip Le scoperture rendono impraticab­ile questa strada: oggi nei tribunali più piccoli infatti c’è un solo giudice Rischio incompatib­ilità ovunque

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