ANCORA SULLA CENSURA: ANDARE IN TV PER FARE SATIRA, NON IL CONTRARIO
Altri estratti dell’intervista che Repubblica, all’epoca organo ufficioso del Pd, mi censurò nel 2008 chissà come mai. Episodio interruzione Decameron su La7. “La decisione mi ha colto di sorpresa. Prima si vantano di darmi carta bianca, e poi di colpo chiudono il programma con un sms a mezzanotte di un venerdì, dopo che avevo registrato il monologo sull’enciclica papale. La scusa ufficiale è stata che nella puntata precedente avevo insultato Ferrara. Insulto? Era una battuta satirica: lo stesso Ferrara lo ha ammesso. Il giorno dopo chiedo a Dall’orto di ripensarci: niente, irremovibile. Miliardi di produzione tv gettati nel cesso per una battuta? Vorrei una spiegazione più sensata. Per Dario Fo, il motivo vero era il monologo sul papa”.
Eventuale diverso realismo, oggi. “Non ho nulla di cui scusarmi. Deve vergognarsi chi censura. Io propongo ciò che fa ridere me, questo è l’unico criterio. Non faccio satira per andare in televisione: vado in tv per fare satira. Per essere riammesso in tv dovrei fare altro? È un ricatto inaccettabile” (Sì, la formula della domanda, “diverso realismo oggi”, era un tentativo di farmi fare ammenda).
Di cosa si parlerà nello spettacolo Decameron odierno. “Svelo il segreto che permette a Berlusconi di godere di un consenso personale massimo, con un governo così pessimo. È un trucco narrativo che Berlusconi conosce e applica continuamente. Con una miriade di esempi tratti dalle vicende politiche mostro come funziona questo trucco e perché Veltroni, invece, non morde. Analizzo poi in dettaglio l’operato di tutti i ministri e di tutti i lacchè berlusconiani che operano nei media”.
Altri contenuti dello spettacolo. “Nel capitolo sulla religione aggiorno con gli ultimi fatti il monologo censurato da La7 sulla Spe Salvi di papa Ratzinger. È satira sulla religione vista sia come collante ideologico del pensiero reazionario sia come favola per i gonzi. Né tralascio lo scandalo dei privilegi assurdi di cui gode il Vaticano: esenzione Ici e 8 per mille. C’è da divertirsi”.
Congeniali riferimenti ai temi del sesso e della morte. “Sesso e morte si intrecciano a politica e religione in modo complesso: si va dal controllo del comportamento alla giustificazione di colpe orrende come la guerra criminale in Iraq e in Afganistan, in cui siamo impegnati contro l’art. 11 della Costituzione. Abu Ghraib è politica, sesso, religione e morte insieme”.
I giovani di questi giorni. “Le proteste degli studenti contro la Gelmini sono sacrosante. Dieci anni fa, attraverso un mio personaggio, il professor Fontecedro, mi scagliavo contro la degenerazione colpevole in cui era lasciata morire la scuola italiana, e invitavo gli studenti a ribellarsi. La scuola autoritaria prepara a una società autoritaria. È il pensiero unico reazionario che collega tutti gli atti di questo governo: dalla scuola alla repressione delle manifestazioni popolari a Chiaiano, a Vicenza o in Val di Susa, agli attacchi continui alle libertà di espressione, di pensiero e di riunione garantite dalla Costituzione. Siamo a una pagina drammatica di involuzione della nostra democrazia. Berlusconi dice adesso che farà di tutto perché la tv, pubblica e privata, sia meno ansiogena. Semplicemente perché, quando la tv racconta la realtà, il suo governo cala nei sondaggi. Si vede che la realtà è comunista”.
Un argomento solo, o una sola persona, da salvare nella maggioranza. “Non salvo nulla e nessuno. Né Tremonti per la sua Finanziaria, né Scajola per il nucleare, né la Prestigiacomo per l’ambiente, né la Gelmini per la scuola, né Brunetta per i dipendenti pubblici e i precari, né Alfano per il suo lodo salva-premier, né Confindustria per gli operai: è un blocco unico. Dovrei stimare qualcuno di questi? Non sono Enrico Letta”.