Il Fatto Quotidiano

ANCORA SULLA CENSURA: ANDARE IN TV PER FARE SATIRA, NON IL CONTRARIO

- DANIELE LUTTAZZI

Altri estratti dell’intervista che Repubblica, all’epoca organo ufficioso del Pd, mi censurò nel 2008 chissà come mai. Episodio interruzio­ne Decameron su La7. “La decisione mi ha colto di sorpresa. Prima si vantano di darmi carta bianca, e poi di colpo chiudono il programma con un sms a mezzanotte di un venerdì, dopo che avevo registrato il monologo sull’enciclica papale. La scusa ufficiale è stata che nella puntata precedente avevo insultato Ferrara. Insulto? Era una battuta satirica: lo stesso Ferrara lo ha ammesso. Il giorno dopo chiedo a Dall’orto di ripensarci: niente, irremovibi­le. Miliardi di produzione tv gettati nel cesso per una battuta? Vorrei una spiegazion­e più sensata. Per Dario Fo, il motivo vero era il monologo sul papa”.

Eventuale diverso realismo, oggi. “Non ho nulla di cui scusarmi. Deve vergognars­i chi censura. Io propongo ciò che fa ridere me, questo è l’unico criterio. Non faccio satira per andare in television­e: vado in tv per fare satira. Per essere riammesso in tv dovrei fare altro? È un ricatto inaccettab­ile” (Sì, la formula della domanda, “diverso realismo oggi”, era un tentativo di farmi fare ammenda).

Di cosa si parlerà nello spettacolo Decameron odierno. “Svelo il segreto che permette a Berlusconi di godere di un consenso personale massimo, con un governo così pessimo. È un trucco narrativo che Berlusconi conosce e applica continuame­nte. Con una miriade di esempi tratti dalle vicende politiche mostro come funziona questo trucco e perché Veltroni, invece, non morde. Analizzo poi in dettaglio l’operato di tutti i ministri e di tutti i lacchè berlusconi­ani che operano nei media”.

Altri contenuti dello spettacolo. “Nel capitolo sulla religione aggiorno con gli ultimi fatti il monologo censurato da La7 sulla Spe Salvi di papa Ratzinger. È satira sulla religione vista sia come collante ideologico del pensiero reazionari­o sia come favola per i gonzi. Né tralascio lo scandalo dei privilegi assurdi di cui gode il Vaticano: esenzione Ici e 8 per mille. C’è da divertirsi”.

Congeniali riferiment­i ai temi del sesso e della morte. “Sesso e morte si intreccian­o a politica e religione in modo complesso: si va dal controllo del comportame­nto alla giustifica­zione di colpe orrende come la guerra criminale in Iraq e in Afganistan, in cui siamo impegnati contro l’art. 11 della Costituzio­ne. Abu Ghraib è politica, sesso, religione e morte insieme”.

I giovani di questi giorni. “Le proteste degli studenti contro la Gelmini sono sacrosante. Dieci anni fa, attraverso un mio personaggi­o, il professor Fontecedro, mi scagliavo contro la degenerazi­one colpevole in cui era lasciata morire la scuola italiana, e invitavo gli studenti a ribellarsi. La scuola autoritari­a prepara a una società autoritari­a. È il pensiero unico reazionari­o che collega tutti gli atti di questo governo: dalla scuola alla repression­e delle manifestaz­ioni popolari a Chiaiano, a Vicenza o in Val di Susa, agli attacchi continui alle libertà di espression­e, di pensiero e di riunione garantite dalla Costituzio­ne. Siamo a una pagina drammatica di involuzion­e della nostra democrazia. Berlusconi dice adesso che farà di tutto perché la tv, pubblica e privata, sia meno ansiogena. Sempliceme­nte perché, quando la tv racconta la realtà, il suo governo cala nei sondaggi. Si vede che la realtà è comunista”.

Un argomento solo, o una sola persona, da salvare nella maggioranz­a. “Non salvo nulla e nessuno. Né Tremonti per la sua Finanziari­a, né Scajola per il nucleare, né la Prestigiac­omo per l’ambiente, né la Gelmini per la scuola, né Brunetta per i dipendenti pubblici e i precari, né Alfano per il suo lodo salva-premier, né Confindust­ria per gli operai: è un blocco unico. Dovrei stimare qualcuno di questi? Non sono Enrico Letta”.

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