Il “tesoro” di Marella: 3 ville, gioielli, la Panda e il trattore
L’inventario del notaio elvetico von Grunigen che descrive e certifica il patrimonio ufficiale di Lady Agnelli. Valore: 160 mln circa
Marella Caracciolo di Castagneto, moglie di Gianni Agnelli e anche “la donna più bella del mondo”, come la definì Richard Avedon fotografandola nel 1953, si era spenta il 23 febbraio 2019, a 91 anni, in quella Villa Frescot sulla collina torinese che era la dimora del “Signor Fiat”. Lontana dai giorni belli, quando Andy Warhol la ritraeva e Truman Capote la chiamava “il Cigno”. Distrutta, nel fisico, dal morbo di Parkinson e, nell’anima, dal suicidio del figlio Edoardo, poi dalla scomparsa del marito e, infine, dalla lunga lite familiare: tra lei e i nipoti Elkann da una parte e la figlia Margherita dall’altra. Uno scontro, sulla sua eredità e su quella dell’avvocato, che negli ultimi 20 anni non ha mai smesso di assediare la dinastia. Persino in quel 23 febbraio di cinque anni fa, quando John, Lapo e Ginevra Elkann hanno aperto un processo in Svizzera contro la madre, prima ancora che fosse pubblicato il testamento della nonna, morta da poche ore.
L’ANTICIPO
di quanto sta accadendo ora in Italia dove Margherita ha avviato una causa civile a Torino contro i figli e dove anche la Procura subalpina sta scavando sull’autenticità o meno della residenza svizzera della signora, delle sue firme sul testamento elvetico e sulle possibili evasioni fiscali per un patrimonio che, a detta del legale della figlia dell’avvocato, si troverebbe anche in alcuni paradisi fiscali. Per un valore, al momento, di almeno 900 milioni di dollari, come la Guardia di Finanza di Torino sarebbe già riuscita a tracciare.
Ma di questa battaglia che non si ferma e che lacera, c’è traccia persino nell’“inventario dell’eredità” nel quale il notaio elvetico, Urs von Grunigen, indagato a Torino assieme a John Elkann e al commercialista Gianluca Ferrero per reati fiscali, dopo aver redatto a suo tempo il testamento di Marella, descrive e certifica il suo patrimonio ufficiale.
Le somme sono calcolate in franchi svizzeri che oggi, al cambio, valgono quasi come gli euro. In tutto, un valore attorno ai 158 milioni, ma con delle valutazioni più basse ai fini fiscali e soprattutto delle passività: che nascono dalle richieste di Margherita nei tre processi svizzeri e che, per ora lo fanno scendere. La massa ereditaria netta è di 21,5 milioni di franchi.
Le curiosità più singolari parlano anche di una Jeep Renegade e di una Panda a Lauenen e St. Moritz – valutate la prima 10.600 franchi e la seconda 1.200 – e, a Torino, di “un trattore agricolo con rimorchio” che non è stato calcolato, e di 2.614 franchi in contanti. Infine, ecco la richiesta di rimborso all’assicurazione per malattia e infortuni: vale 5.147 franchi. Poi toc“NON È NOSTRA intenzione farci trascinare in una rissa mediatica, ma è di immediata evidenza l'incompatibilità logica e giuridica tra la disponibilità di fondi, peraltro nota da anni, e la circostanza riportata da taluni organi di informazione per i quali sarebbero stati 'nascosti’. È un’evidente contraddizione, perché gli stessi fondi sono stati regolarmente dichiarati al fisco dal nostro assistito, che ha pagato le imposte dovute e continuerà a farlo”: lo sottolineano i legali di Elkann. "L'attuale assetto proprietario della società Dicembre, che è stato definito oltre 20 anni fa e che riflette la precisa volontà dell’avvocato Agnelli nell’assicurare continuità alle attività della famiglia, volontà arcinota e accettata da tutti gli interessati quando ancora egli era vita, non può in alcun modo essere messo in discussione". in ca ai conti bancari: 5 al Credit Suisse e 6 in istituti di Vaduz, per 6,6 milioni. Le due ville di St, Moritz, Chesa Alkyone e Chesa Mezdi, lasciate rispettivamente a John e Lapo, e lo Chalet Icy di Lauenen, toccato a Ginevra, sono stimati per un valore fiscale di 16,800 milioni contro di mercato periziato per 67,1 milioni.
Per quadri e gioielli, conservati nella case svizzere, italiane e in Marocco, si indica u
IN BANCA TRA I CESPITI ANCHE 11 CONTI CORRENTI
na stima del valore assicurativo per 59,8 milioni di sterline pari a 78,9 milioni di franchi, mentre il valore di mercato è 54 milioni. Il mobilio delle tre case svizzere è valutato 1,5 milioni, i crediti nei confronti di Margherita, invece, 33,1 milioni. Subito dopo, però, von Grunigen passa alle note “dolenti”: le tasse da pagare a Torino come a Lauenen (325 mila franchi), gli interessi sulle ipoteche delle case svizzere presso Credite Suisse (161 mila), le fatture da saldare in Italia e in Svizzera (767.701), le tasse elvetiche e italiane (325.322).
Ma di questo documento lungo 26 pagine, le prime 19 appaiono invece come un breve “bollettino di guerra” di tutte le contestazioni che Margherita
L’inventario del notaio von Grunigen. A lato John Elkann, e Marella Agnelli
Agnelli sta rivolgendo in Italia, sia sul piano civile che penale, contro questa gestione della successione della madre. Secondo lei non residente in Svizzera e, dunque, senza la possibilità di disporre in base alle norme elvetiche, diseredandola. Un conflitto che compare qui e là con accenni forti.
IL 20 DICEMBRE 2019,
la figlia dell’avvocato fa sapere “di avere indicazioni del fatto che beni rilevanti... avrebbero già potuto essere stati alienati”. Il 1° luglio 2020, invece, chiede conto “di sei preziose opere d’arte”, ma soprattutto di “grandi risorse finanziarie, per centinaia di milioni di dollari, di cui è documentato l’avvenuto deposito in un conto aperto presso Morgan Stanley”. Mentre il 9 luglio 2019, sollecitato la restituzione di 14 anni del vitalizio concesso alla madre, per 98,5 milioni di euro: una somma che, per ora, il notaio ha iscritto nel passivo dell'inventario, attribuendo invece agli eredi di Marella il diritto di pretendere dalla madre un credito di 33.158 franchi e il risarcimento delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, nelle ville di Villar Perosa e di Torino e nell’attico davanti al Quirinale, per 865.094 euro.
L’ultima sfida è raccontata proprio prima che incominci il calcolo dell'attivo e del passivo. È quello del 1° ottobre 2019, quando Margherita Agnelli ha chiesto all’autorità di vigilanza svizzera la rimozione del notaio”. E von Grunigen annota: “A questo proposito, non è ancora stata presa alcuna decisione”.