“Foti vuole 15 mila euro per la pratica” La Procura chiede la sua archiviazione
Èil 2019 e al governo non c’è Giorgia Meloni, ma Giuseppe Conte. Tommaso Foti è già onorevole di Fratelli d’italia. Il centrodestra è il suo mondo, Piacenza e la Valtrebbia il suo habitat naturale. Pochi anni dopo, con il governo di FDI e Lega entrerà nel cerchio magico meloniano diventando capogruppo del partito a Montecitorio. In quel 2019 ha rapporti con l’imprenditore gelese Nunzio Susino. Rapporti “da legarsi al contesto affaristico”. Va archiviato oggi, così i pm al gip. E però nell’indagine sul piatto pratiche edilizie da sbloccare, terreni da edificare. Susino ha legami con la politica del Piacentino. Di Foti dice: “È un ladrone (…) Noi siamo golosi di soldi, ma loro di più, se noi siamo golosi, loro sono malati (…). Foti è Meloni (…). È intelligente (…). Lui vuole ma dà!”. L’intercettazione tra le molte convince la Procura di Piacenza, che già nel 2022 lo iscrive per corruzione e traffico di influenze illecite. Secondo i pm, che indagano su un’associazione a delinquere di cui Susino risulta figura rilevante, anche l’onorevole è parte di un sistema di potere che “ha messo le mani su Piacenza”. Foti non finirà arrestato, ma indagato in uno stralcio, anticipato ieri dal Domani, e per il quale la Procura ha inviato al gip una richiesta di archiviazione. Contattato ieri dal Fatto, l’onorevole non ha risposto. L’indagine così scivola verso un nulla di fatto. Di certo c’è che in attesa del gip, Foti resta indagato. A far da timone al suo coinvolgimento il capo 34 della prima ordinanza. Qui Foti risulta indagato assieme ad altri sette, tra cui l’ex assessore all’urbanistica di
Piacenza Erika Opizzi e un professionista legato all’ entourage del presidente del Senato Ignazio La Russa, già recordman di poltrone nelle partecipate pubbliche milanesi. Sul piatto due pratiche: una convenzione con il comune di Piacenza per diversi parcheggi e la richiesta di edificabilità per alcuni terreni. Secondo il primo gip “Susino consegnava 3.000 euro all’onorevole Foti al fine di ottenere il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio” dell’allora assessore “e dei funzionari all’urbanistica”. Il tutto per i parcheggi. Inoltre “Foti sfruttando la relazione di cointeressenza politica con la Opizzi, indebitamente si faceva promettere da Susino il pagamento di somme di denaro
(per sé o per il partito, quale finanziamento della campagna elettorale), quale prezzo della propria mediazione illecita”. A far da corollario le intercettazioni. Quelle di Susino. Perché quelle di Foti non sono agli atti. E su queste la Procura non ha chiesto l’autorizzazione alla giunta della Camera. Comunque sia il gip scrive che “dai servizi” di osservazione risulta “confermato l’esistenza di una frequentazione tra il politico e l’imprenditore”. Susino: “Ora sto facendo la convenzione, ci sto andando come un poverello da Foti (…) E quello mi ha detto (...) non c’è problema, è fatta”. E ancora: “Se lui dice che la cosa si può fare, si fa”. Sempre Susino per contraccambiare il favore annunciato da
ECCO CHI È IL FEDELISSIMO DELLA PREMIER
PIACENTINO, 64 anni, una lunga carriera in politica, dal Fronte della Gioventù a FDI, di cui è capogruppo alla Camera
IL MANAGER INDAGATO: “SE NOI SIAMO GOLOSI, LORO SONO MALATI”
Foti (“Domani chiudiamo”): “Quello che costa mi costa, ci sono le elezioni: quello che ti devo dare ti do (…). Ho detto a Foti, te la finanziamo noi la campagna elettorale, vuoi centomila euro? Centomila euro!”. Spartito simile sui terreni. Susino, stando agli atti, riferisce le parole di Foti ai funzionari comunali: “Foti ha detto: questa persona qua (Susino, ndr) ha le palle per me e dobbiamo dare una mano”. Susino: “Quando sono stato da lui (Foti, ndr) gli ho detto: devi far passare il terreno. Cosa ti devo portare? Mi fa (…) portami 15 mila euro (…). Te ne porto anche 20”. E ancora: “Gli dico: amico mio fammi passare ’sta cosa (…) carta bianca su tutto”. Tutte intercettazioni che secondo la Procura, rispetto a Foti, non hanno valenza penale.