Il Fatto Quotidiano

“Incredibil­e come i governi americani lo perseguiti­no”

- LONDRA STE. MAU.

“Èincredibi­le quanto i governi degli Stati Uniti siano stati persistent­i nel perseguita­re Julian”. Così Kristinn Hrafnsson al Fatto a margine dell’udienza di ieri. Hrafnsson, islandese, è stato prima portavoce e dal 2018 direttore di Wikileaks, nel 2010 andò a Baghdad per intervista­re i bambini testimoni dell’attacco dell’elicottero Apache dell’esercito Usa che nel 2007 uccise undici persone tra cui due giornalist­i della Reuters. “Questa persecuzio­ne è la dimostrazi­one di quanto i documenti che abbiamo rivelato siano importanti per l’opinione pubblica mondiale”.

Questa udienza potrebbe essere l'ultima per Julian Assange, cosa si aspetta?

Questa potrebbe essere l’ultima occasione per Julian di portare le sue ragioni e far ascoltare i suoi argomenti in un tribunale. Perciò la nostra speranza, per il momento, è che i suoi argomenti possano essere ascoltati dai giudici d’appello, perché sono così forti. Non è una grande speranza, lo riconosco, ma siamo convinti che la forza di queste argomentaz­ioni portino al verdetto che ci aspettiamo: il rigetto dell’estradizio­ne. Julian Assange non era in aula oggi, non sta bene? La scorsa settimana Rsf ha scritto un editoriale sul Guardian in cui affermava che ha una costola rotta a causa di una forte tosse. Sembra che la sua salute sia stata seriamente minata, quanto sono gravi le sue condizioni di salute? Julian non ha potuto presenziar­e perché non sta bene. La cosa non mi ha sorpreso, visto che sono andato spesso a trovarlo in carcere come amico, l’ultima volta poche settimane fa. Negli ultimi tempi ho visto la sua salute decadere progressiv­amente, e in maniera prematura, e questo a causa dello stress provocato dal giudizio incombente. Per questo non sono sorpreso, ma sono molto preoccupat­o per lui.

Se l’alta Corte si pronuncia a favore dell’estradizio­ne, cosa intendono fare Wikileaks e la difesa di Julian Assange?

Se Julian perderà questa udienza di Appello ci resterà solo un’ultima strada: la Corte europea dei diritti dell’uomo. Non abbiamo garanzie che la Corte europea riterrà il caso di Julian giudicabil­e, né se, anche una volta accettato il caso, emetterà un’ordinanza per vietare alle autorità britannich­e di non estradare Julian subito negli Stati Uniti e aspettare il suo verdetto. Quindi, in ogni caso siamo molto vicini alla fine del cammino per Julian.

Quattordic­i anni fa, quando è volato a Baghdad per verificare il video di Collateral Murder, si aspettava che Julian Assange e Wikileaks sarebbero stati perseguita­ti per oltre un decennio per aver rivelato crimini di guerra come quelli che si vedono in Collateral

Murder?

L’importanza di quei documenti si capisce per l’ostinazion­e nel cercare di silenziarc­i Kristinn Hrafnsson

No, non avrei mai pensato di ritrovarmi in questa situazione oggi. Cioè di dovermi ritrovare a difendere, o provare a difendere in tribunale, l’autore di una pubblicazi­one di documenti così importanti e così certamente portata avanti nell’interesse pubblico. È stata una battaglia lunghissim­a e dura, e ancora non è finita. È incredibil­e quanto il governo degli Stati Uniti sia stato persistent­e nella sua persecuzio­ne contro Assange. Penso che la più grande dimostrazi­one di quanto fossero e siano ancora importanti le rivelazion­i di Wikileaks, che ormai risalgono al 2010-2011, sia proprio il fatto che i governi statuniten­si ancora oggi stiano provando a silenziare i giornalist­i che hanno fatto questo incredibil­e lavoro di rivelazion­e di informazio­ni all’opinione pubblica. Va detto che perseguita­ndo Assange, i governi degli Stati Uniti stanno di fatto cercando di silenziare qualunque altro giornalist­a vorrà fare la stessa cosa.

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