Il Fatto Quotidiano

ZIO VLAD CI SALVI MATTEO E ANCHE IL “TURBO” VICE

- » Antonio Padellaro

NDISGRAZIE LE MANOVRE DI PALAZZO POSSONO SOTTRARCEL­O

on è vero che Matteo Salvini non lavora: è stato visto nell’emporio dell’aeroporto di Cagliari mentre con il cellulare fotografav­a bottiglie di vino locale “per una delle sue storie social enogastron­omiche”( Repubblica). Esaurita la sua occupazion­e principale, di ritorno a Roma ha rilasciato una dichiarazi­one, come al solito spensierat­a: “Capisco la moglie di Navalny, ma chiarezza la fanno i giudici”. Parole che al Cremlino possono avere suscitato qualche perplessit­à, perché solo l’idea che nella Russia di Putin ci siano dei giudici che non rispondono al sistema criminale che neutralizz­a gli oppositori è apparsa un tantinello eversiva.

Forse, però, il legagastro­nomo intendeva dire che i giudici chiarirann­o che Navalny è in realtà morto di raffreddor­e, a causa della sconsidera­ta abitudine delle passeggiat­ine nell’alba siberiana con 50 gradi sotto zero.

Nello sforzo di dare un senso al meraviglio­so mondo di Salvini, ci accompagna la preoccupaz­ione che una qualche improvvida manovra di palazzo possa prematuram­ente sottrarcel­o. Vero è che sono ormai undici anni che egli nutre generosame­nte gli angoli del buonumore della pubblicist­ica italiana, e non solo, ma come tutte le cose belle vorremmo non finissero mai. Purtroppo si mormora che in caso di una nuova, rovinosa sconfitta alle elezioni europee di giugno, i vari Zaia, Fedriga, Giorgetti e gli altri proconsoli del Carroccio procedereb­bero alla sua defenestra­zione (espression­e che qualcuno vorrebbe prendere alla lettera).

Poiché le disgrazie non vengono mai sole, con la cacciata di Salvini rischiamo di perdere anche il vicesegret­ario Andrea Crippa, suo ventriloqu­o ufficiale e miele per i giornalist­i a caccia di puttanate (lui mette il turbo a quelle di Matteo). E come potremo fare a meno di un’altra promessa mantenuta della scuola comica di via Bellerio, quell’alessandro Morelli promotore di un “daspo per i cantanti che fanno politica”?

Non resta che affidarsi allo zio Vlad perché faccia qualcosa, fiduciosi nel suo spiccato senso dell’umorismo, tra un delitto e l’altro.

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