Il Fatto Quotidiano

IL FANTASMA SVIZZERO

Il buen retiro della moglie dell’avvocato Per gli atti ufficiali la vedova viveva qui oltre sei mesi all’anno. Eppure, tra Lauenen e Gstaad, pochi la ricordano Nemmeno il prete

- » Thomas Mackinson INVIATO A GSTAAD (SVIZZERA) lounge

“Mai vista, mai sentita”. Che cosa può desiderare di più un miliardari­o? Sparire nella normalità. Anche questo cercava Marella Caracciolo quando prese casa a Gdstaad, località esclusiva della Svizzera sud occidental­e rifugio di personaggi come Robbie Williams, Madonna, la famiglia Bulgari e Vittorio Emanuele di Savoia. Ma in questo paradiso di silenzio, vette e boschi alpini oggi ululano gli Agnelli, inseguendo il fantasma di Marella e sbranandos­i per la sua eredità. La battaglia legale tra Margherita Agnelli e i figli vale un impero da 35 miliardi e partecipaz­ioni in Stellantis, Ferrari, Iveco, Juventus, Philips e via dicendo. E allora, tocca inseguir fantasmi tra le cime dell’oberland svizzero.

Sulla carta, la vedova di Gianni Agnelli avrebbe vissuto gli ultimi nove anni qui. Nel 2012 compra uno chalet a Lauenen e qui stabilisce la residenza fiscale. La figlia Margherita punta a dimostrare che fosse fittizia e a rimettere così in gioco tutto, a partire dall’accordo con cui rinunciò all’eredità in cambio di 1,3 miliardi. Per i suoi legali stava a Lauenen non più di 68 giorni l’anno, ma ne passava in media 189 in Italia, ragion per cui si applichere­bbe la legge italiana che non ammette patti successori: la strada per l’annullamen­to.

Eccolo allora l’oggetto del contendere, lo “Chalet Icy” in via Grlinbuhls­trasse 6. È stimato in 97 milioni di franchi ma si presenta spoglio e non del tutto adeguato come “residenza abituale” di un’anziana di 85 anni affetta da Parkinson. Peraltro a Saanen non c’è un ospedale: il Bezirkspit­al, a cinque minuti d’auto viene chiuso proprio quando Marella si “trasferisc­e”, il più vicino è a mezzora. Primario di medicina interna era Francesco Scorrano, 1200 pazienti, molti italiani. “Per salvarlo feci una fondazione con Antonella Bechi Piaggio che fu moglie di Umberto Agnelli”. A dispetto della “vicinanza”, non ha mai visto Marella.

Solo due anni dopo l’acquisto sono stati rifatti un bagno e la scala interna, prima inaccessib­ili. Nel 2016 il solaio e nel 2018 lavori di falegnamer­ia al balcone, ma è l’anno in cui Marella lascia la Svizzera per morire a Torino nel 2019. Nessun fiore in giardino, la sua grande passione. È “piccolo” rispetto alle altre dimore: 955 mq, tutti in salita e a balze. Diverse rampe di scale lo rendono inaccessib­ile a un’invalida. Il teleobiett­ivo mostra quattro camere da letto con materassi in bella vista, marca “elite”. Per i vicini son stati più così, sfatti, che con le coperte. “Nice Marella” si vedeva solo per brevi soggiorni estivi, dice il proprietar­io a fianco. “Agnelli chi?”, rispondono alla drogheria del villaggio. Ma se la spesa si può delegare, i fatti dell’anima no. Marella era religiosa e a Launen c’è una chiesa evangelica circondata da un paesaggio alpino mozzafiato. Il parroco si presenta in completo blu e cravatta, sembra un manager del Paradiso. Dice messa da 10 anni, Marella non l’ha mai vista.

Lasciamo Lauenen per Gstaad, la località più esclusiva del Sannen. Qui non c’è “il bar” dove chiedere e la cosa che più gli si avvicina è il cinque stelle dell’hotel Palace, dove un dito di Martini costa 30 franchi. Chi non c’è stato (e non intende apri

re mutui) può vederlo nella commedia The Palace di Polansky che immortala vizi&capricci dei ricconi che ci albergano.

Vittorio Di Carlo da dieci anni è il manager delle 90 camere da mille e una notte (e altrettant­i franchi). Marella, dice, mai vista. Idem Gianni Biggi che lo ha diretto per 19 anni e ci spiega cosa vengono a fare qui i ricconi: “A Gstaad chi vuole può uscire con l’ermellino, il visone e i diamanti e nessuno ci fa caso. Incontri Ecclestone al market Migros col carrello. Ecco, il ricco vuole sentirsi normale, e qui può farlo senza rinunciare a nulla”.

E PER OGNI ULTRARICCO che vive a Gstaad ci sono forse 20 operai per il loro benessere. Stipendio base sui 4.500 franchi, netti. Luisa ha 39 anni e vive qui da 15. La mattina pulisce le camere di un hotel, la sera serve ai tavoli e tiene pulita la dimora di una nobildonna italiana. “Una volta mi chiese di mettermi in ginocchio per pulire. Le risposi che non mi ci metto davanti a nessuno. Conosco una casa dove i dipendenti sono costretti a cambiare uniforme ogni 2 ore. Bianca per colazione e pranzo, verde per la lavanderia, rossa per le pulizie”. La pazienza viene però pagata. In 10 anni si torna in Italia ricchi.

Quelli veri, che qui hanno la residenza, hanno anche il lusso di pagare meno tasse. “L’imposizion­e è calcolata secondo il dispendio, non sul su reddito e sostanza”, spiega un fiscalista di Berna. Si fa un contratto privato con lo Stato protetto da riservatez­za negoziando un forfait. Dal 2005, ad esempio, Marella riceveva una rendita di 583 mila euro al mese, 7 milioni l’anno. In Italia avrebbe pagato un’imposta sul reddito al 43%, in Svizzera nel 2018 paga 251 mila franchi, appena il 3,5%.

Nella guerra son finiti pure i quadri. Lo chalet di Marella, come ha rivelato Report, era arredato con opere per 2,7 milioni, tirati fuori dal caveau quando arrivava: disegni di Schiele, un minotauro di Picasso, acquerelli di Klee e pure un “fallo” in poliestere della francese Niki de Saint Phalle. Misura: 32 centimetri. Divise per anni, Marella e Margherita erano unite dall’amore per l’arte. La figlia ha uno chalet nella vicina Rougemont e si diletta anche coi pennelli: fino a domenica al 61 della Promenade di Gstaad, accanto a una palma di Schifano, si possono ammirare tre suoi acquerelli, un vaso con fiorellini e due paesaggi montani. “Sono piuttosto naif ”, ammette con alzata di ciglio chi li espone “ma sono cose decorative”. Margherita lotta per un impero da oltre 30 miliardi, ma nel frattempo il quadro coi fiori l’ha venduto, accontenta­ndosi di 5/6 mila franchi.

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LAPRESSE/ANSA Generazion­i Marella Agnelli. Sotto, la figlia Margherita e il nipote John. A destra, Gianni
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