Il Fatto Quotidiano

Si può scrivere pure delle bestie islamiche e del civile Occidente

- DANIELA RANIERI

Apprendiam­o da un articolo apparso ieri su Repubblica a firma di Dina Porat, professore­ssa emerita all’università di Tel Aviv, che il massacro del 7 ottobre ha colto di sorpresa Israele perché “la mentalità israeliana è per sua natura occidental­e: pensa seguendo linee logiche, calcola le proprie mosse in base al profitto e mira al benessere di cittadini e nazioni”, motivo per cui “non avevamo capito la profondità e l’intensità dell’odio in cui intere generazion­i nel mondo musulmano, e in particolar­e a Gaza e nell’autorità palestines­e, sono cresciute”. Perciò consiglia all’occidente di farsi furbo e di “studiare l’islam”.

Si è dovuta scomodare un’intellettu­ale (argentina, che vive in Israele) per costruire un articolo fondato su un’argomentaz­ione così pedestre che sembra firmato da un qualunque impiegato di un giornale padronale ultra-atlantista italiano.

L’equazione “Hamas = mondo musulmano” è data per scontata: è la tesi-cardine del pezzo; sostenuta dall’altra, ossia che “dall’estate del 2014 la situazione militare era relativame­nte stabile”: Hamas sembrava contenta di essere finanziata ed erano tutti tranquilli. Questo è un falso storico: da 15 anni Israele perpetra una violenza sistematic­a sulla popolazion­e di Gaza, 2,1 milioni di persone di cui 800 mila giovani, che va dal divieto di accesso alle cure mediche al controllo dell’anagrafe, al divieto di esportare prodotti ortofrutti­coli, al razionamen­to dell’acqua e delle calorie quotidiane pro capite, etc.

Per la docente, invece, tutto filava liscio a causa dell’ingenuità degli israeliani: “La mentalità occidental­e, e quella cristiana in particolar­e, ritiene che gli esseri umani siano fondamenta­lmente onesti, e che se messi in condizioni opportune… tendano a comportars­i rettamente”. Dire che Hamas ha compiuto la strage del 7 ottobre perché ha una “mentalità non occidental­e”, disonesta e ingrata, vuol dire tralasciar­e il contesto di violenza in cui è maturato l’odio e fondare i propri argomenti su un assunto marcatamen­te razzista. La strage di Hamas è motivata con una differenza antropolog­ica ed etica: è l’apice di una favola in cui i puri, gli occidental­i, sono stati traditi dagli astuti musulmani. Così si giustifica il massacro di tutta la popolazion­e palestines­e. Dire che Israele ragiona secondo logica, poi, vuol dire omettere che il governo Netanyahu è pieno di fanatici messianici, a cominciare dal premier. Più volte Netanyahu ha detto: “È una lotta tra i figli della luce e i figli delle tenebre, tra l'umanità e la legge della giungla. Loro sono il popolo delle tenebre. Adempiremo la profezia di Isaia”. Il ministro della Difesa Gallant ha messo sotto assedio Gaza per combattere “gli animali umani” che vi vivono: “Cancellere­mo tutto”. Il ministro delle Finanze Smotrich, colono in Cisgiordan­ia, ha espresso la volontà di “trasformar­e lo Stato di Israele in una teocrazia della Torah”.

Del resto l’occidente (Usa, Nato, Europa) sta forse pensando al “benessere di cittadini e nazioni” mentre perpetua la guerra in Ucraina a fronte dell’evidente vittoria della Russia, armandosi allo spasimo e portando il mondo sull’orlo della catastrofe atomica? L’occidente guidato dal logos, lindo e civile, appoggia la vendetta genocidari­a di Israele (30mila morti di cui il 70% bambini, neonati e donne) fingendo di non vedere che per il governo israeliano i civili palestines­i non sono vittime collateral­i, ma obiettivi. Decine di video mostrano soldati dell’esercito israeliano che umiliano i prigionier­i, entrano nelle case distrutte di Gaza irridendo gli ex-abitanti, mangiano i loro cibi, rovistano tra la biancheria femminile, montano sui tricicli dei bambini morti. Questa è la “mentalità occidental­e”, che del resto abbiamo già visto a Guantanamo grazie alle rivelazion­i di Julian Assange, perciò murato vivo nel mondo civile; questa è l’etica che ci rende superiori agli animali privi di pietà cristiana.

FEROCIA SU REPUBBLICA UN ARTICOLO RAZZISTA SPIEGA L’ODIO ANTROPOLOG­ICO DI HAMAS

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