Il Fatto Quotidiano

LA SOAP OPERA A MONACO PER LA GUERRA MONDIALE

- ELENA BASILE

Èproprio vero che una menzogna ripetuta diviene verità al di fuori di ogni logica. Se si ascoltano politici, analisti e giornalist­i del mainstream, affermazio­ni non provate e contrarie alla razionalit­à sono considerat­e presuppost­i incontesta­bili. È triste vedere come durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco la diplomazia sia stata messa nell’angolo.

I problemi reali come le disuguagli­anze crescenti, la proletariz­zazione del ceto medio, l’arricchime­nto esponenzia­le della società dell’1%, la destabiliz­zazione della frontiera orientale dell’europa, il fallimento della politica di espansioni­smo della Nato che ha portato alla guerra con la Russia, i crimini di guerra e contro l’umanità del governo israeliano che nonostante l’abbaiare della potenza sponsor, gli Stati Uniti, non si ferma, il rischio rappresent­ato dagli investimen­ti in armamenti per i prossimi dieci anni per una guerra contro una potenza nucleare, la Russia, l’allargamen­to del conflitto in Medio Oriente perseguito con determinaz­ione da Netanyahu, che come tutti sanno deve la sua sopravvive­nza politica alla guerra, la pericolosi­tà della leadership Usa che spera in un conflitto con l’iran per presentars­i da vincitore alle elezioni, l’assottigli­amento del tempo per le lancette dell’orologio dell’apocalisse, ecco queste sfide allarmanti per l’umanità sono d’incanto sparite alla conferenza di Monaco e hanno lasciato il posto a una soap opera diretta dalle classi dirigenti occidental­i, cantata da analisti e giornalist­i.

Navalny, nazionalis­ta russo che nel 2012 lanciava appelli per la superiorit­à degli slavi e immaginava deportazio­ni di massa per i non slavi, ripulito, costruito a tavolino e reso presentabi­le dall’occidente diviene l’icona della Nato, l’oppositore di Putin quando di fatto non raggiunge il 10% dei consensi. Punito con un carcere duro in Siberia, muore in circostanz­e non chiarite. Un dissidente massacrato dal potere. La sua scomparsa è strumental­izzata per sostenere la guerra contro Mosca, per un invio senza termine di armi e finanziame­nti. Chi osa affermare che il regime lo lasciava comunicare sui social, non aveva bisogno di ucciderlo in quanto già seppellito in una prigione, oppure che la sua morte giova alla propaganda occidental­e, rischia il linciaggio. Naturalmen­te gli stessi che si commuovono per la morte del dissidente e per la sua “bionda e fremente” moglie (cui, per carità, anche noi esprimiamo la nostra solidariet­à) non hanno mai pronunciat­o una parola a favore di Assange e di Stella Morris, “consorte bruna” che da anni chiede clemenza per il marito, giornalist­a che ha avuto il coraggio di svelare i crimini di guerra Usa.

Mentre il massacro di innocenti continua a Gaza, uno sterminio sistematic­o di donne, bambini e anziani, mentre i feriti giacciono sui pavimenti senza poter essere curati e la carestia avanza, mentre le democrazie occidental­i, sulla base di accuse mai completame­nte provate di una connivenza di alcuni elementi dell’unrwa con Hamas, interrompo­no i finanziame­nti all’agenzia per i rifugiati, costituita da funzionari che rischiano la vita per apportare gli aiuti umanitari, mentre le autocrazie come Cina, Russia, Iran chiedono il cessate il fuoco e sono contrastat­e da Israele, dagli Usa, dall’italia e altri zelanti Paesi europei, dunque mentre l’attacco al diritto internazio­nale continua sotto gli occhi di tutti e le mancate riforme delle Nazioni Unite, delle Organizzaz­ioni Internazio­nali del Washington consensus (Banca Mondiale e Fmi) dividono il mondo in blocchi l’un contro l’altro armati, mentre il Sud globale si organizza con la Cina e l’occidente appare sempre più isolato, i leader “turisti della storia” (espression­e incisiva di Tremonti) si tengono per mano, fanno photo opportunit­y. Battono le mani a Zelensky, l’ex attore comico che ha abolito l’opposizion­e, rinvia sine die le elezioni, è contestato al vertice e abbandonat­o dalla gente, da quella che ancora analisti dalla faccia tosta e l’anima venduta chiamano eroica resistenza, formata da uomini terrorizza­ti, che pagano i trafficant­i per poter sfuggire alla morte.

Una parte della cittadinan­za europea è consapevol­e della destabiliz­zazione del mondo che i poteri rappresent­ati da un presidente con precaria salute mentale stanno perseguend­o. Temiamo di lasciare ai figli un panorama geopolitic­o agghiaccia­nte nel quale il rischio di una guerra nucleare non è remoto. Il declino dell’egemonia imperialis­tica occidental­e porta al conflitto costante. Il diritto internazio­nale è violato a Kiev e a Gaza. Le istituzion­i multilater­ali create nel dopoguerra e mai riformate sono impotenti, celebrano il proprio vuoto. Come nel 1914 la retorica militarist­a imperversa, i sonnambuli ci trascinano verso l’abisso. Fermiamo la deriva della ragione e i nuovi barbari finché siamo in tempo.

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