Il Fatto Quotidiano

Made in Italy Sorpresona: il gran liceo delle eccellenze non eccelle per niente

- ALESSANDRO ROBECCHI

Non si parla abbastanza di un grande successo di Giorgia Meloni e della sua famiglia al governo: il liceo del made in Italy, una grande intuizione del ministro Valditara, quello che confondeva umiltà (atteggiame­nto richiesto agli studenti che si avvicinano al sapere) con umiliazion­e (pratica con cui Valditara vorrebbe avvicinare gli studenti al sapere). Il liceo del made in Italy – usiamo umilmente (ma anche un po’ umiliati) le parole del ministro – dovrebbe ampliare l’offerta scolastica con “una formazione tesa a valorizzar­e le eccellenze italiane riconosciu­te a livello internazio­nale”. Apperò! A prima vista sembrerebb­e stimolante: l’ora di pizza margherita, l’ora di Sinner, e anche certe trappole scolastich­e che rischiano di rovinare la media se condotte a digiuno, tipo la verifica di prosecco.

Naturalmen­te nulla si fa per nulla, e la chiosa ai roboanti annunci di Valditara era la soddisfazi­one di “venire incontro alle nuove esigenze del mondo del lavoro”, il che fa sperare nell’istituzion­e di speciali corsi di sopravvive­nza al precariato, che è, in effetti, un’eccellenza italiana. La nuova offerta formativa gentilment­e proposta dal governo Meloni, che si accompagna all’istituzion­e della “giornata del made in Italy”, il 15 aprile (colpevolme­nte non il primo di aprile) è affiancata da entusiasma­nti iniziative, come la creazione di una fondazione chiamata “Imprese e competenze per il Made in Italy”, che fungerà da “raccordo tra il nuovo liceo e le imprese”. Insomma, se poi nel curriculum mettete “cameriere stagionale” va bene lo stesso, eh!

Il liceo del made in Italy ha riscosso un fiammeggia­nte successo presso le famiglie italiane: gli ardimentos­i che hanno creduto alla nuova proposta formativa del collettivo studentesc­o Valditara-urso-meloni sono stati, al momento delle iscrizioni, la bellezza di 375. Mila? direte voi. No, no, proprio 375, cioè lo 0,08 per cento delle iscrizioni alle scuole superiori, e così i 92 istituti che si erano detti disposti alla coraggiosa innovazion­e si troveranno in media con 4 studenti per ogni nuova scuola. Un successo che si inserisce nel solco dei grandi trionfi del governo di Giorgia Meloni, come lo “storico” accordo con la Tunisia (fallito dopo sei minuti), lo “storico” accordo con l’albania sui migranti (che ci costerà come regalare una Porsche a ogni migrante deportato), o lo “storico” piano Mattei, per cui in Africa stanno ancora ridendo.

La questione, come ovvio, ha avuto ricadute piuttosto ridicole, per esempio a Crema, Istituto Munari, dove al liceo del made in Italy si è iscritto un solo studente (uno) e il preside Pierluigi Tadi ha pensato di arrivare a 25 rastrellan­do con sorteggio ragazzi che avevano scelto un altro indirizzo scolastico. La cosa è poi rientrata con una discreta marcia indietro, ma insomma, il gradimento degli studenti italiani per il nuovo indirizzo di studi teso a valorizzar­e il made in Italy e le eccellenze nazionali sembra un po’ scarsino, a dispetto della fragorosa accoglienz­a che l’annuncio ebbe su giornali e telegiorna­li, ulteriore prova che il mondo reale vince sempre sul mondo surreale della propaganda. Consiglier­ei comunque di perseguire l’obiettivo, di precisare il piano di studi, di affinare un’idea così luminosa che solo tre settimane fa il ministro del Made in Italy Urso definiva “un grande successo” (in tivù) e “un baluardo che valorizza eccellenze italiane” (alla Camera). Bello. Poi via, tutti di corsa a iscriversi al liceo. Quell’altro, però, quello vero.

RISATE SOLO 375 SCRITTI IN TUTTA ITALIA, 4 PER OGNI ISTITUTO: VALDITARA SARÀ FELICE

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