Il Fatto Quotidiano

“Pm non specializz­ati e zero controlli: processi prescritti”

- » Valeria Pacelli

Gli ingredient­i della ricetta di Raffaele Guariniell­o, ex procurator­e di Torino specializz­ato in sicurezza sul lavoro, per evitare che ci siano ancora morti e feriti, sono determinan­ti: maggiore prevenzion­e, più controlli e ispettori. E poi processi svolti rapidament­e da magistrati specializz­ati: solo questo può salvare dalla tegola della prescrizio­ne. Dottor Guariniell­o, il ministro della Giustizia Nordio ieri si è detto “abbastanza contrario all’introduzio­ne dell’omicidio sul lavoro”. Lei è dello stesso avviso?

Il discorso è ampio. Io dico che le leggi ci sono già, ma bisogna farle rispettare. Il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro prevede da anni obblighi di sicurezza sul lavoro a carico di appaltator­i, subappalta­tori ma soprattutt­o dei committent­i. Ma c’è bisogno di più ispettori che siano messi in grado, per organico e profession­alità, di farle rispettare queste leggi. E poi serve una giustizia penale che funzioni, non come da qualche anno a questa parte.

Servono più ispettori con profession­alità adeguate, ma anche magistrati specializz­ati? Certo. In Italia ci sono oltre 120 procure, per lo più piccole, dove lavorano magistrati bravi ma non specializz­ati in materia di sicurezza sul lavoro. Quindi i processi o non si fanno con l’approfondi­mento necessario oppure manca rapidità, per cui si arriva alla prescrizio­ne. E così tra le imprese si diffonde la convinzion­e che non rispettare le leggi non comporti conseguenz­e. Ma né questo governo né i precedenti hanno saputo creare una procura nazionale sulla sicurezza del lavoro.

Nordio però si è detto contrario alla creazione di una procura nazionale.

Il problema è che la maggior parte delle procure in Italia sono piccole, con pochi magistrati e senza specializz­azione. Faccio l’esempio della Thyssen: il processo si è salvato dalla prescrizio­ne perché a fare le indagini sono stati magistrati che avevano già fatto centinaia di processi su questa materia: hanno impiegato due mesi e mezzo per le indagini. La proposta di creare una procura nazionale fu presentata nella scorsa legislatur­a da un deputato dei 5stelle. Non è stata mica approvata. Poi c’è il dramma dei rappresent­anti dei lavoratori per la sicurezza (rls).

‘‘ Serve un coordiname­nto centrale, le leggi ci sono ma non vengono rispettate

A settembre scorso per la prima volta la Cassazione ha riconosciu­to una responsabi­lità di omicidio colposo per un rls.

Io agli rls dico: i luoghi di lavoro in cui devono essere tutelati i lavoratori non sono solo i locali aziendali, ma anche quei luoghi dove i lavoratori vengono distaccati presso altre aziende o cantieri. E qui un ulteriore problema che riguarda le associazio­ni sindacali: ma su quali risorse di tempo, di mezzi e di autonomia possono contare gli rls per andare a visitare i luoghi di lavoro?

E siamo di nuovo al dramma dei mancati controlli preventivi.

Il problema è: quante altre gru o ponti cadranno? Quante scuole non sono sicure? Non ci deve essere solo un’attività di repression­e, ma anche e soprattutt­o di prevenzion­e. Inoltre non si fanno più processi su malattie profession­ali, come le dermatiti. Anche questo non va bene per la sicurezza. Mentre degli infortuni mortali gravi si parla, non avviene lo stesso per le malattie profession­ali.

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