Ineleggibili siciliani FDI-FI tentano il blitz per salvarli
Salvate gli ineleggibili siciliani. L’appello lanciato dall’isola non è rimasto inascoltato, anzi, è stato prontamente recepito e trasformato in un emendamento presentato ieri in commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo il parere positivo del governo Meloni. A cogliere il grido d’aiuto, sono stati i forzisti Claudio Lotito e Dario Damiani che hanno proposto una nuova “interpretazione autentica” della norma che regola la “materia di ineleggibilità ed incompatibilità” delle “cariche di consigliere regionale, provinciale, comunale e circoscrizionale”.
Un tentativo di salvare i deputati regionali meloniani Dario Letterio Daidone, Nicola e Giuseppe Catania, e il deluchiano (nel senso di Cateno De Luca) Davide Vasta, dichiarati ineleggibili nell’isola perché candidati quando ricoprivano incarichi in enti e società sui quali la regione esercita un controllo. Per aiutare i colleghi di partito, FDI e Mpa (il partito autonomista di Lombardo) in Sicilia hanno tentato di far passare una “interpretazione autentica” della legge regionale, che però è stata bocciata in assemblea regionale, provocando risentimenti interni al centrodestra e un duro scossone nella giunta di Renato Schifani.
Negli ultimi giorni, Nicola Catania e Vasta sono decaduti, per via della sentenza di appello già esecutiva, mentre si è salvato Daidone. L’ultimo meloniano, Giuseppe Catania, già dichiarato “ineleggibile” in primo grado, attende la decisione di appello. Pur avendo la Sicilia una sua legge elettorale regionale, la nuova l’interpretazione autentica” sulla norma nazionale targata Lotito-damiano, potrebbe comunque essere recepita anche nell’isola e in questo modo dare la possibilità in Cassazione di ribaltare le sentenze di secondo grado e riportare tutto com’era prima dei ricorsi.
NEL TESTO
presentato in commissione affari legislativi, i forzisti spiegano che “in conformità con il costante orientamento giurisprudenziale della Corte costituzionale in merito alla necessità di tipizzare con determinatezza e precisione le cause di ineleggibilità”, il comma (7, art. 2) che si riferisce ai dipendenti della regione, “va interpretato nel senso che la condizione di ineleggibilità in esso contenuta si applica esclusivamente ai dipendenti della regione, a tempo indeterminato o determinato, che svolgano, al momento della candidatura al consiglio regionale, funzioni e attività amministrative”. In questo modo, solo i dipendenti regionali non possono candidarsi, mentre tutti coloro che hanno incarichi in società collegate ad enti regionali sarebbero liberi di farlo. Il testo di Lotito-damiano però è stato al momento “accantonato”, la commissione ha deciso che se ne riparlerà alla prossima seduta di mercoledì 28 febbraio.
“La destra continua a tentare blitz inopportuni quanto pericolosi sulle norme che regolano i processi elettorali - attacca il Pd - Materia delicata e che ha bisogno, sempre, di riflessioni e accuratezza. Le proposte avanzate creano solo confusione e mostrano un’approssimazione preoccupante. Il sistema delle regole non può essere merce di scambio dentro la maggioranza”.
AL SENATO LA PROPOSTA LOTITO-DAMIANI “ACCANTONATA” SOLO PER ORA