Milano, il boss: “Boiocchi? Lo ammazziamo all’inter Club”

Èla notte del 30 marzo 2022. Davanti al locale milanese “Sequoia” il boss della Barona, Nazzareno Calajò detto “Nazza”, urla. Calajò ce l’ha con Vittorio Boiocchi all’epoca capo della curva Nord dell’inter. E con il suo braccio destro Andrea Beretta. “Beretta, sei morto pure tu senza problemi”, dice Calajò. Lo stesso Beretta, secondo Calajò, aveva chiesto protezione a Nazza e al narcos vicino a Cosa Nostra, Carlo Zacco. E questo per tenere lontane alcune frange del tifo che insidiavano la sua leadership. Calajò: “Noi abbiamo appoggiato i pezzi della curva. La gente non ha reagito perché sapeva che dietro c’eravamo noi”. Già il 23 marzo il Ros che assieme alla Procura ha coordinato questa seconda tranche della storia criminale della Banda della Barona, finita ieri con 14 misure, ha registrato un futuro incontro tra Boiocchi e i Calajò. Poi a fine marzo lo screzio al locale, quando Boiocchi prende le difese del titolare contro un uomo della banda Calajò. È dopo questa lite che Nazza assieme al nipote progetta di uccidere Boiocchi all’inter club gestito da Renato Bosetti, altra figura di rilievo della curva Nord. Calajò: “Ci troviamo lì e li fottiamo”. Il piano poi cambia. Andrea Calajò dice: “All’appuntamento lo ammazziamo (…). È da prendere quando va al ristorante. Due da dietro gli bloccano la sedia. E ciao!”. Nazza: “Mi faccio dare il coso da Teo (Matteo Ardolino, persona di fiducia di Boiocchi, ndr) con i colpi”. A giugno poi, come già svelato dal Fatto, in viale Montenero negli uffici di un ex calciatore dell’inter si tiene un summit criminale presenti i Calajò, Zacco, Daniele Cataldo, braccio destro di Luca Lucci capo della curva del Milan e altri maggiorenti mafiosi. Qui, oltre a dibattere degli equilibri della curva Sud, si mette sul tavolo il progetto di “pensionare” Boiocchi con una buonuscita. Al suo omicidio mancano 4 mesi. Sarà il 29 ottobre. L’indagine è aperta e allo stato i Calajò non sono indagati.