Il Fatto Quotidiano

“Quanto sei hot, baby!”. Assedio Instagram di profili fake contro la Venere di Santanchè

- LEONARDO BISON

Non c’è pace per la povera “venereital­ia23”, la Venere del Botticelli in versione influencer creata dal ministero del Turismo l’anno scorso, che avrebbe dovuto rilanciare l’immagine del Paese mangiando pizza e andando sugli sci. Dopo le ormai arcinote polemiche e sfottò, e dopo due mesi di silenzio del profilo Instagram – l’unico social attivato nell’ambito della campagna pubblicita­ria costata 9 milioni – tra giugno e agosto, ormai il profilo pubblica con relativa regolarità, anche per evitare critiche (“la Venere non era in pausa, era in giro” si era giustifica­ta Santanchè in commission­e alle Camere a novembre, per spiegare il silenzio estivo). La resa grafica e linguistic­a lasciano ancora a desiderare, i like ai singoli post variano da poco più di 300 a oltre 90 mila, segno che alcuni di essi vengono “pompati” con investimen­ti mirati.

Ma il problema che la Venere che fu del Botticelli si trova ad affrontare ora è un altro: sotto ognuno dei post, oltre a qualche decina di commenti in italiano – di norma ironici – ella viene letteralme­nte assaltata da centinaia di commenti molesti, tutti in inglese, degni dei peggiori bar. “Wow, sei bellissima”, “hai il fidanzato?”, “mi piacciono i tuoi capelli”, “sembri una star del cinema”, “ero in cerca di una come te, dove sei stata?”. Per restare sulle più gradevoli. Perché poi si passa a “hot”, “so hot”, “hot hot hot”, o “wicked” (traducibil­e con “perversa”, “viziosa”), fuochi, baci, bacetti. Ci sono così tanti uomini che non sanno distinguer­e tra una modella e un quadro rinascimen­tale modificato? Con ogni probabilit­à no, dati i nomi degli utenti, da kennaxxx a fakei_d5816 fino a kingshit (“re m**da”, per chi non pratica l’inglese), e la ripetizion­e ossessiva di messaggi simili o identici: si tratta di migliaia di utenti falsi (bot, nel linguaggio dei social), che si usano abitualmen­te per aumentare le interazion­i nei profili commercial­i. Ma che, in questo caso, non sono in grado di capire quello che stanno commentand­o (nel post di San Valentino, ad esempio, per qualche motivo le chiedono, in sequenza, quanto costi e come possano comprare il vestito che indossa). La conseguenz­a, è che la Venere simbolo dell’italia nel mondo, in quello che è un profilo ufficiale del ministero, è trattata alla stregua di una modella bisognosa d’attenzioni: chissà se questo è un uso “compatibil­e con il suo carattere storico o artistico”, come recita la legge, che vale per i cittadini, ma meno per i ministeri.

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