Meloni&c. contro Mattarella: “Erano studenti pro Hamas”
Da Kiev, dove si trovava da ieri mattina per presiedere il G7, le polemiche sui giovani studenti manganellati a Pisa risuonano come un’eco lontana. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è concentrata solo sul vertice internazionale e non commenta le botte dei poliziotti di venerdì. Un silenzio dietro cui si cela un imbarazzo evidente: se venisse chiamata a rispondere, Meloni aprirebbe uno scontro istituzionale con il Quirinale. Perché la premier, nelle sue conversazioni private, difende i poliziotti e ritiene responsabili i giovani studenti che sono stati picchiati perché hanno provato a “sfondare il cordone di sicurezza” presidiato dalle forze dell’ordine. Magari ci sarà stato qualche errore da parte dei poliziotti ed è giusto che chi ha sbagliato paghi, ma Palazzo Chigi condanna gli studenti e soprattutto attribuisce la responsabilità ai leader dell’opposizione di centrosinistra che sarebbero gli ispiratori della protesta. A rivelarlo sono i bollettini quotidiani – Ore 8 e Ore 11 – che l’ufficio del responsabile della comunicazione del governo Giovanbattista Fazzolari ha inviato ai parlamentari di Fratelli d’italia.
TUTTO INIZIA venerdì pomeriggio. Sui social circolano i video dei poliziotti che manganellano giovani studenti che avevano solo il torto di manifestare per la pace in Palestina. Le opposizioni chiedono che il ministro Piantedosi risponda e gridano alla repressione, la Lega invece difende gli agenti e attacca i manifestanti. Come rispondere? Da Palazzo Chigi si decide di mandare avanti Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’italia e deputato toscano: quest’ultimo su X spiega che “manifestare è un diritto” ma va fatto “rispettando le regole” e “tentare di marciare sulla Sinagoga di Pisa o di assaltare il Consolato Usa a Firenze non sono diritti, ma gesti violenti”. Venerdì alle 20, poi, nella chat whatsapp dei parlamentari di FDI arriva una spiegazione ancora più approfondita nel quotidiano bollettino Ore 8 in cui si commentano i fatti del giorno. Le manganellate della polizia a Pisa vengono presentate così: “Ennesimo allarme fascismo di Conte, Schlein e la sinistra che giustifica i cortei pro-hamas, ma condannano la polizia”. Insomma, la posizione del governo sugli scontri di poche ore prima è questa: i cortei di Pisa e Firenze per la Palestina vengono definiti “pro-hamas” e gli studenti scesi in piazza per “provocare e non manifestare”, mentre la polizia è intervenuta “quando i manifestanti stavano cercando di sfondare il cordone di sicurezza”. La sinistra, si legge, “va a giustificare ciò che non è autorizzato” e “non potrà mai esistere un dibattito serio se alla base dei loro principi il cattivo è sempre buono e va tutelato e difeso”.
Stessa linea ribadita ieri mattina in Ore 11 dove si condannano i manifestanti e non le azioni della polizia: Fratelli d’italia, si legge, “ha sempre difeso il diritto di parola” ma le regole, a Pisa e Firenze, “non sono state rispettate”. Se la polizia ha difeso “obiettivi sensibili”, i leader dell’opposizione e i giornali vengono accusati da Palazzo Chigi di voler fomentare la violenza in piazza: “Da parte di entrambi i cortei c’è stata l’intenzione di sfondare il cordone di sicurezza – scrive Palazzo Chigi – L’equilibrio tra diritti e doveri è precario e a qualcuno conviene che si rompa”.
Comunicazioni che hanno anticipato la nota del Quirinale. Ma la risposta della destra non cambia. Meloni, per evitare uno scontro istituzionale con Mattarella, si trincera dietro una nota di FDI e il solito Donzelli. Prima FDI attacca “la sinistra che spalleggia i violenti” che sarebbe “la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito”. Poi ci pensa di nuovo Donzelli a rispondere a Mattarella: “Le forze dell’ordine non resteranno sole” attribuendo la colpa al centrosinistra pronto “a mettere sotto processo polizia e carabinieri e molto lente a condannare le continue violenze fisiche e verbali a cui questi sono sottoposti”.
Una risposta che serve anche per controbilanciare elettoralmente la Lega con Nicola Molteni e Susanna Ceccardi attacca i manifestanti. Anche Antonio Tajani, prima del discorso finale al congresso di Forza Italia, riunisce i suoi fedelissimi per studiare una risposta. Se Maurizio Gasparri gli consiglia di lasciar perdere, lui ci tiene a difendere i poliziotti: “Se ci sono responsabilità saranno accertate, ma le forze dell’ordine non si toccano”. Anche Francesco Lollborigida sottolinea la fiducia “nelle forze dell’ordine”. Protestano le opposizioni: Elly Schlein e Giuseppe Conte chiedono che Piantedosi riferisce in Parlamento, il M5S sarà con gli studenti oggi sotto il Viminale.
Da Chigi Il mattinale inviato da Fazzolari dalla parte della polizia: “Cortei di provocatori” Anche Tajani attacca FDI: “Sinistra colpevole”