Il Fatto Quotidiano

Il corpo di Alexej dato alla madre, funerali ancora in sospeso

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Èstato riconsegna­to alla madre Lyudmila dopo otto giorni dall’annuncio della morte nella colonia penale artica, il corpo di Alexej Navalny. A darne notizia ieri è stata la portavoce, Kira Yarmysh, che su X ha scritto che sia la salma che la donna si trovano ancora a Salekhard, la città artica dove il corpo del dissidente russo è stato conservato nell’obitorio dell’ospedale. Ma non è ancora chiaro se i funerali potranno essere pubblici o dovranno rimanere segreti, come pretendeva­no gli investigat­ori.

Venerdì era stata la stessa madre dell’oppositore di Putin a denunciare gli inquirenti per “profanazio­ne di cadavere” dato che la detenzione della salma e le minacce alla famiglia per una cerimonia segreta non rispettava­no la dottrina ortodossa della sepoltura. Motivo per cui la moglie di Navalny, ieri mattina aveva accusato il presidente russo, Vladimir Putin, di non essere un vero cristiano. “Non sappiamo ancora se le autorità interferir­anno nella possibilit­à che vengano celebrati nel modo in cui vuole la famiglia e che Alexej merita, vi terremo informati quando ci saranno notizie”, ha concluso Yarmysh. Intanto in Russia proseguono gli arresti: ieri i residenti di diverse città hanno onorato la memoria di Navalny lasciando fiori sui monumenti pubblici o organizzan­do proteste. Secondo il gruppo per i diritti Ovd-info, almeno quattro persone sono state fermate. Tra queste, Sergej Karabatov, 64 anni, che ha deposto dei fiori su un monumento moscovita dedicato alle vittime della repression­e politica, insieme al biglietto: “Non pensate che questa sia la fine”. È stata arrestata anche Aida Nuriyeva, a Ufa, vicino agli Urali: si era fermata in una strada con un cartello che diceva “Putin è l’assassino di Navalny! Chiedo che il corpo venga restituito!”.

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