DA TRUMP A CASELLATI, QUANTA CONFUSIONE! FORTUNA CHE C’È CUCINELLI
AIUTO WILLIS. “La morte improvvisa di Aleksej Navalny mi ha reso sempre più consapevole di quello che sta succedendo nel nostro Paese. Un’avanzata lenta e costante, attraverso politici, pubblici ministeri e giudici corrotti e radicali di sinistra, che sta portando verso la distruzione. Siamo una nazione in declino“. Donald Trump, sul social Truth, ha commentato così la morte di Alexei Navalny e ci ha gettato in un profondo stato confusionale. Che cavolo stai dicendo Willis? Dunque Biden sarebbe il corrispettivo di Putin; i giudici russi corrotti che hanno condannato un dissidente politico a 19 anni di carcere per ‘estremismo’ equivarrebbero ai giudici americani che hanno incriminato lui con 91 capi d’accusa, per processi che hanno a che fare con assalti al Parlamento, documenti trafugati legati alla difesa nazionale, soldi utilizzati per pagare il silenzio di una pornostar e interferenze volte a cambiare i risultati elettorali; e, gran finale, lui sarebbe un perseguitato politico come Alexei Navalny. Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione è tutt’altro che eccellente.
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PAGELLE AI MANIFESTANTI. Quando le è stato chiesto un commento sulle cariche della polizia contro studenti disarmati a Pisa e Firenze, Maria Alberta Casellati ha risposto così: “Non mi piace questo tipo di protesta, noi abbiamo un problema serio che riguarda Hamas e quindi Israele, pertanto è una situazione di grande difficoltà che stiamo seguendo. Il nostro ministro degli Esteri sta portando e cercando di salvare tutte le persone che vengono dalla Striscia di Gaza e che quindi sono riportate in Italia, quindi c’è un soccorso anche di tipo umanitario forte da parte dell’italia”. E quindi? Cosa c’entra il fatto che questa manifestazione piaccia o meno con il fatto che si sia risolta a colpi di manganelli su braccia e gambe di ragazzini minorenni? E da quando le espressioni di dissenso contro il governo devono andare a genio agli esponenti del governo stesso? Sono i cittadini che possono esprimere il loro giudizio sull’operato del governo e se non lo condividono scendere in piazza, non i ministri che possono dare le pagelle ai cittadini in base a quanto piacciano loro le ragioni della protesta. In ogni caso, anche se una manifestazione non arriva alla sufficienza secondo la valutazione del professor ministro e si pensa di rimandarla a settembre, non è comunque una buona ragione per risolverla a manganellate. Nemmeno gli studenti impreparati si prendono più a bacchettate sulle mani.