Todde sul filo: ribaltone giallorosa Fuoco amico su Meloni, Soru flop
Lo spoglio lumaca, il ballo dei voti, i delusi per Solinas: l’isola va a sinistra nonostante il patron di Tiscali (neanche eletto)
Arriveranno contestazioni, accuse, forse i ricorsi. Ma nella notte di un lunedì di pioggia e miracoli politici, nel comitato tutto arancione nel centro di Cagliari si sforzano di sorridere: “Ormai abbiamo vinto noi, ormai ha vinto lei”. Ormai in Sardegna dovrebbe avercela fatta Alessandra Todde, la prima presidente regionale nella storia dei Cinque Stelle. Avanti di un’incollatura sul candidato del centrodestra, Paolo Truzzu di FDI. Attorno alle 23.30, Todde è al 45, 4 per cento, il meloniano al 45, separati da 2mila voti. Così dicono i dati ancora non definitivi, perché il sito della Regione è un monumento alla lentezza, per le proteste di Pd e M5S. Però l’impresa è lì, si è fatta realtà. Dovrebbe aver vinto la contiana che ha tenuto assieme dem, 5Stelle e Avs senza primarie, quella che ha tolto i simboli di partito dal suo comitato e non ha voluto Giuseppe Conte ed Elly Schlein al suo comizio finale, la stessa che forse ha dato una rotta alla gracile alleanza giallorosa. Capace di spingere i due leader a correre a Cagliari sullo stesso aereo.
MENTRE HA PERSO Giorgia Meloni, al suo primo rovescio dopo le Politiche del 2022. La premier che ha imposto come candidato un suo fedelissimo come Truzzu, sindaco di Cagliari che domenica nella sua città è stato travolto di venti punti. Ma nelle urne ha inciso anche l’ira gelida di Matteo Salvini a cui Meloni aveva sottratto il suo uomo, il presidente uscente Christian Solinas. Sgarbo ripagato dal Partito sardo d’azione, quello di Solinas, con scarso impegno e voto disgiunto per Todde, “a Cagliari come a Sassari” sogghigna una fonte. E c’è stata anche la rivolta di Forza Italia e dei Riformatori di centrodestra contro FDI, figlia di rancori locali. Dopodiché a sigillare tutto è stata la disfatta di Renato Soru, l’ex presidente regionale del Pd che si era candidato solo per punire Todde e i partiti che non gli avevano concesso i gazebo. Invece ha vinto Todde, mentre da terzo classificato il patron di Tiscali non entrerà neppure in Consiglio regionale. Ininfluente con il suo 8 e qualcosa per cento, lui che sperava di essere decisivo. Arriva anche da qui il capitombolo delle destre, presagito di mattina presto dal volto scuro e dalle sillabe rassegnate di Salvatore Deidda, deputato meloniano. “Non abbiamo governato così bene in questi cinque anni”, scandisce su Rainews dal comitato elettorale di Truzzu, un elegante albergo. Cioè, è colpa di Solinas. Lo ascoltano, nel comitato Todde. E i volti si accendono. “Stiamo calmi” si ripetono allora per ore staff ed eletti, mentre sui telefonini piovono dati dai seggi, a confermare che la 5Stelle ce la può fare. In mattinata la Nuova Sardegna racconta perfino di uno sfogo di
Truzzu, nel suo comitato: “È andata, purtroppo”. Il suo staff smentisce. “Al comitato lui neanche c’era”. Ma un forzista sardo già inveisce pubblicamente contro “la Lega che ci ha traditi”. Mentre arrivano voci sul voto disgiunto di forzisti e Riformatori a Oristano e nel medio Campidano. All’ora di pranzo Deidda prova a tamponare: “È un testa a testa”. Ad alimentare le speranze delle destre, la lentezza della Regione nel caricare i dati. Ma sui siti dei Comuni più grandi, da Cagliari a Quartu Sant’elena fino a Nuoro, la città di Todde, i numeri appaiono veloci, e la grillina è avanti, ovunque. Più “alta” anche delle sue liste.
Da sinistra fanno trapelare che hanno vinto loro. E che non ci sarà l’obbligo della tagliola, cioè l’invio ai tribunali delle schede non scrutinate entro 12 ore, come prevede una legge regionale. “È un termine indicativo” chiarisce una circolare regionale che i giallorosa diffondono. I dati parziali danno il Pd sopra il 14 per cento, primo partito nell’isola, mentre il M5S sta al 7,7 (ma sconta anche i voti per la lista Uniti per Todde). Conte annuncia che andrà a Cagliari e subito dopo Schlein prenota lo stesso volo. Si rotola fino a notte. Todde non si vede ancora nel suo comitato. I dem Zingaretti e Serracchiani le fanno i complimenti per l’elezione, You Trend la dà vittoriosa. Ma lei e i due leader giallorosa restano altrove. Aspettano i numeri finali. Quelli per toccarla, la vittoria.