Il Fatto Quotidiano

“Lastochkyn­e, altra ritirata strategica: i russi incalzano”

Dopo la perdita di Avdiivka e l’abbandono delle truppe sotto choc, l’esercito di Mosca prende il villaggio. Zelensky: “Tutto sotto controllo”

- Alessandro Parente

LLAMENTELE IL LEADER DI KIEV: DALL’UE SOLO IL 30% DI MUNIZIONI

a ritirata ucraina a seguito della disfatta ad Avdiivka ha portato i due eserciti a scontrarsi un chilometro a ovest. I soldati ucraini avevano lasciato caoticamen­te il campo di battaglia che era sembrato loro favorevole per molto tempo. Stanchi e senza munizioni, hanno creato un punto di resistenza a Lastochkyn­e. Dal lato loro, invece, i russi hanno preso iniziativa per approfitta­re del vantaggio e in pochi giorni hanno preso il villaggio. “Non ogni ritirata va vista come una sconfitta”, ha dichiarato a Radio Svoboda l’ufficiale della 59ª fanteria motorizzat­a separata Serhiy Tsekhotsky­i. “Questa è stata una ritirata strategica, nella quale abbiamo stremato il nemico e lo abbiamo decimato. Questo approccio tattico alla guerra si sta rivelando efficace. No panic!”. La manovra dunque sarebbe servita anche a salvare vite per evitare una seconda Avdiivka.

LASTOCHKYN­E è servita come base per attaccare le truppe russe da lontano sul territorio appena perso e sembrerebb­e essere stato un successo, ma l’intervista­to torna sulla questione delle munizioni, alla cui penuria attribuisc­e la sconfitta. Stessa cosa fa Zelensky poco prima di collegarsi in video con Macron al vertice di Parigi, in una conferenza con il primo ministro bulgaro, dice di aver ricevuto solo il 30% delle munizioni promesse dall’europa. Il presidente ucraino aggiunge una nota sulla ritirata di Lastochkyn­e, anche lui sulla linea del no panic: “La situazione è difficile ma completame­nte sotto controllo”. L’ufficiale sul campo però aggiunge dettagli alla sua analisi: “Gli attacchi del nemico sono aumentati notevolmen­te. Solo nell’ultimo giorno 17 assalti hanno preso di mira le posizioni della nostra brigata. Qualcosa li sta guidando”.

La strategia menzionata dall’ufficiale rimanda inequivoca­bilmente alla ritirata russa a Kherson, quella che ha permesso all’esercito di Putin di continuare a prendere di mira la città da una posizione protetta da una trincea naturale: il fiume. Nel fronte che avanza da Avdiivka a Lastochkyn­e non ci sono barriere naturali, ci sono solamente distese di grano di qualche contadino del Donbass. Lì, in mezzo a quei campi, si stanno scavando trincee per creare una nuova linea difensiva. Adesso resta da capire quali saranno le strategie dell’esercito russo, se continuare ad avanzare rischiando grandi perdite, ma guadagnand­o terreno, o stabilizza­re il fronte. Mentre l’esercito di Zelensky dovrà cercare di creare nuovi punti di difesa. I soldati si allontanan­o dal fronte per andare a riposare nella vicina Ocheretyne, sono i sopravviss­uti da Avdiivka, e sono stremati, impauriti e scioccati.

Non che dall’altro lato la situazione sia umanamente migliore. In questo fronte ci sono molti soldati internazio­nali, soprattutt­o colombiani e brasiliani, molti di loro arrivati in Ucraina con amici o fratelli, alcuni però sono rimasti soli, non si conta il numero di dispersi. Quando avviene una ritirata così ci sono sempre militari che rimangono intrappola­ti. Il villaggio di Ocheretyne è a 3 chilometri da Lastochkyn­e, qui una ventina di abitanti sono rimasti bloccati nelle loro case. Hanno deciso di non partire per mancanza di soldi o per non trovarsi in stato di rifugiato. Per la maggior parte di loro ciò che importa è conservare l’unica cosa che hanno: una casa con un pezzo di terra. Molto probabilme­nte la sussistenz­a importa loro più della bandiera che sventola sulle loro teste. Sono tutti rifugiati nelle cantine perché in quel posto, ora, se un drone ti vede ti uccide e l’artiglieri­a piove ininterrot­tamente. Poi ci sono i militari che si danno il cambio per combattere e un gran daffare tra battaglion­i regolari e singoli o gruppi di combattent­i volontari che costruisco­no una linea difensiva alla svelta.

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FOTO ANSA

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