Il Fatto Quotidiano

URNE ’24: LE TAPPE GIALL OROSA (E CALENDA SI PIEGA)

• Dopo la Sardegna, dove si vota Le spine Piemonte e Basilicata, i gazebo a Bari, la sfida di Firenze: il campo “giusto” ci prova (e spera nel colpaccio già in Abruzzo)

- » Wanda Marra Rocco

Arrivare al voto in Abruzzo sulla scia della vittoria di Alessandra Todde in Sardegna e ribaltare ancora una volta il pronostico, che vuole vincente il presidente uscente, Marco Marsilio, contro il candidato del campo larghissim­o, Luciano D’amico, rettore dell’università di Teramo. L’atmosfera che si respira in casa giallorosa è una via di mezzo tra l’entusiasmo e la trattativa continua. Perché da qui a giugno, non sono pochi i voti importanti.

In Abruzzo, dove le elezioni sono il 10 marzo, dal Nazareno parlano di sondaggi che danno lo sfidante a un’incollatur­a. Mentre si preparano al rush finale dove sarà lo stesso candidato a valutare se preferisce puntare su comizi unitari con i leader - Elly Schlein e Giuseppe Conte - o, come ha fatto la Todde, su iniziative separate. E con Schlein sarà impegnatis­simo anche Pier Luigi Bersani, come già in Sardegna. Intanto, Carlo Calenda, dopo aver sostenuto Renato Soru, si ravvede: “Mai più soli alle Regionali. Occorre parlare con Conte”. Apertura salutata positivame­nte sia dalla neopreside­nte della Sardegna che dalla segretaria del Pd (“una bella notizia”). Ieri è stato pure il giorno in cui i riformisti dem hanno fatto buon viso a cattivo gioco: bene anche l’alleanza struttural­e con Conte, in nome del bipolarism­o.

D’altra parte, D’amico nella sua coalizione Patto per l’abruzzo ha ben sei liste: Pd, M5S, Azione, Avs e Sinistra con Democrazia Solidale, Iv con Partito Socialista Italiano e +Europa, e Abruzzo Insieme.

Il problema sono le alleanze ancora da chiudere. Tra i dem auspicano un tavolo nazionale. Ma i contatti sono continui e frequenti.

IL DOSSIER

‘‘ I sardi si sono ricordati della loro storia e hanno risposto con le matite ai manganelli Alessandra Todde

più delicato è quello che riguarda la Basilicata

(al voto il 21 e 22 aprile). Fino a ieri era ancora sul tavolo il nome di Angelo Chiorazzo, il re delle coop bianche, vicino a Sant’egidio, spinto fortissima­mente da Roberto Speranza. Sarebbe proprio lui per il Pd e per Conte il candidato ideale, ma l’ex ministro della Salute non ne vuole sapere. E allora si lavora a un terzo nome. Schlein si sta convincend­o che su Chiorazzo non si regge. Conte in serata chiarisce: nome scelto “unilateral­mente”. Girano nomi di civici. Il più accreditat­o è quello di Paternò, presidente dell’ordine dei medici di Potenza. E si ragiona anche su Lorenzo Bochicchio, direttore dell’azienda Sanitaria della Provincia di Potenza. Entrambi incarnano la battaglia in difesa della sanità pubblica. Ai piani alti dem non vogliono fare nomi di sorta. “Siamo impegnati a costruire le condizioni per affrontare la sfida per vincere”, spiega il responsabi­le Organizzaz­ione dem, Igor ’’

Taruffi. Il Pd, insomma, è anche disponibil­e a ragionare su alternativ­e. Entro un paio di giorni bisognerà trovare la quadra: sabato c’è la direzione regionale dem.

Il 9 giugno poi si vota in Piemonte. Ma sulla Regione le possibilit­à di convergenz­e tra Pd e Cinque Stelle sono davvero minime, soprattutt­o per il veto di Chiara Appendino, come ha ribadito ieri il leader 5S. E poi, ci sono una serie di città che vanno al voto insieme a Bruxelles. Prima di

tutto Bari. Conte ha acconsenti­to alle primarie. A cavallo di Pasqua, si sfideranno Vito Leccese, il capo di gabinetto del sindaco uscente, Antonio Decaro e Michele Laforgia, un civico, un avvocato penalista, appoggiato dal Movimento e da Avs. Al tavolo delle primarie c’è anche Azione. Ma – visto che persino alcuni assessori della giunta Decaro, ambienti vicini a Michele Emiliano e pezzi della maggioranz­a del Pd stanno pensando di votare Laforgia – alla fine per la guida di Bari potrebbe correre un altro civico. A trazione di sinistra è anche Vittoria Ferdinandi, la candidata del centrosini­stra a Perugia, che alla fine ha deciso di appoggiare anche Azione. Psicologa, nominata Cavaliere al merito da Mattarella, la civica è il primo tassello di un’alleanza struttural­e tra i dem e 5s anche per le regionali in Umbria che vede protagonis­ti Marco Sarracino e Roberto Fico.

A Cagliari l’alleanza

PD-M5S-AVS è una certezza. In pole position c’è Massimo Zedda, che è già stato primo cittadino della città. Ha un credito da riscuotere, avendo spostato i suoi voti da Renato Soru alla Todde.

A FIRENZE resta in campo Sara Funaro, la candidata voluta da Dario Nardella. Pesa molto Matteo Renzi, con Schlein che non solo gli sta chiedendo di appoggiarl­a, ma ha anche provato a insistere per allargare ai 5s. Situazione cristalliz­zata.

L’asse PD-M5S- Avs è in campo in Emilia-romagna: a Modena con Massimo Mezzetti, ex assessore regionale provenienz­a Sel; a Reggio Emilia, con Marco Massari, un civico, primario di infettivol­ogia nell’ospedale cittadino; e a Ferrara con Fabio Anselmo, il legale della famiglia Cucchi. Mentre a Campobasso, Maria Luisa Forte, provvedito­re agli studi del capoluogo molisano, è espression­e della stessa coalizione.

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FAONTSOA/ALNASPARES­SE Baeltreerc­nuantidva ugiuaspesp­jpdeacisoo­ndte, Ualmesbsra­ancdurlai atgodndae, seclloyrsr­cuhrlaesin­e, Cs asrlo dcaslednad­sadeams, auuarsizdi­o Mlaenduins­iafoto

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