Manu come Bush Lancia il conflitto nella speranza di prendere voti
Il quotidiano Le Figaro ha lanciato un sondaggio: “Siete favorevoli all’invio di truppe francesi in Ucraina?”. Sarà che Macron sta antipatico alla stragrande maggioranza dei transalpini, sarà che ben altre sono le priorità politiche, sociali ed economiche della Francia di oggi, ma già alle 17 e 30 di ieri 116988 votanti su 153327 (il 76,3 per cento), hanno detto ‘no’. Perché sanno come certe cose vanno a finire: si comincia con l’inviare truppe “in difesa di”, e ci si ritrova impantanati in guerre senza fine, in tragedie epocali, in disastri irrimediabili. Questo si legge nei commenti che corredano il sondaggio del Figaro. È l’insegnamento della Storia, anche recentissima che Macron tuttavia non ha preso in considerazione. Eppure, avrebbe dovuto. Balcani, Somalia, Libano, Siria, Iraq. E la “trappola” libica, scatenata non a caso dall’intervento di Parigi sull’onda delle Primavere arabe e del “cacciamo via il tiranno Gheddafi”, per ragioni di nuova “grandeur”. Una missione di “pulizia” che ha accelerato la disfatta diplomatica e militare francese nell’africa subsahariana, dove le truppe di Parigi sono state cacciate via per essere sostituite dai mercenari della Wagner. In realtà, la spregiudicata mossa di Macron rientra nella tradizione gollista: smarcarsi dagli americani e non accettare sudditanze strategiche in Ue. Prima della Brexit, erano due i Paesi Ue con l’atomica. Oggi la Francia è la sola a disporre di armi “speciali”. Sul fronte politico, Macron ha l’appoggio di chi si sente minacciato dalla Russia: Polonia, paesi baltici, Finlandia e Svezia che ha abbandonato la tradizionale posizione neutrale. In fondo, è un passato che ritorna… Senza dimenticare la Moldavia, che teme un blitz di Putin. Ma Berlino, Madrid, Londra e la Nato non condividono questa lettura macroniana. Evocano, semmai, le bugie di Bush e di Blair sulle presunte armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein: giustificarono nel 2003 l’invio degli eserciti di una poderosa coalizione che produsse 1 milione di morti, la devastazione dell’iraq e conseguenze spaventose, come la nascita dello Stato Islamico, la crisi siriana, lo sconquasso mediorientale e le divergenze di un’europa fragile e rissosa.