Il Fatto Quotidiano

PER VANNACCI SPOT DA CROSETTO E I GIORNALONI

- » Antonio Padellaro

“Un libro non si pubblica se chi lo ha scritto non ha un volto noto o perlomeno un nemico famoso”: già nelle Illusioni perdute di Balzac troviamo il modello di comunicazi­one editoriale che due secoli dopo avrebbe fatto le fortune di Roberto Vannacci. Nell’estate del 2023, il generale, di cui il grande pubblico ignorava perfino l’esistenza, si giovò del formidabil­e lancio, involontar­io, de Il mondo al contrario sulle pagine di Repubblica e dei giornali Gedi che rivelò al mondo l’assai scandaloso Vannacci-pensiero. Dopodiché, la rivolta morale innescata da un “nemico famoso”, come può esserlo un grande gruppo editoriale, ha prodotto uno strepitoso successo secondo il noto principio di contraddiz­ione.

Il generale attacca i gay? Subito una moltitudin­e entusiasta di omofobi, più o meno velati, si precipita a comprare il volume. Motivate accuse di razzismo nelle pagine dell’alto ufficiale che prendono di mira i tratti somatici della Egonu (“che non rappresent­ano l’italianità”) oppure la pelle pigmentata della gente di colore? Assalto alle librerie di razzisti e intolleran­ti a vario titolo finalmente liberati dal peso del non si può più dire niente e dunque liberi di esprimersi attraverso i peggiori pregiudizi.

Poi, dopo aver venduto montagne di copie la popolarità del generaliss­imo sembrava un attimino in pausa. Lui medesimo cercava di vederci più chiaro riguardo alla candidatur­a alle Europee perorata da un Matteo Salvini elettoralm­ente disperato. Finché il suo nome ricompare nelle cronache per una sgradevole indagine della Procura militare per peculato e truffa.

Segue altra inchiesta per istigazion­e all’odio razziale. Salvini si rianima anche se l’eco delle disavventu­re giudiziari­e non sembra ancora sufficient­e a rimettere in pista l’eroe del politicame­nte scorretto. Ci sarebbe bisogno di una poderosa spinta verso il martirio, ed ecco l’accusa di avere compromess­o il prestigio e la reputazion­e delle Forze Armate promossa dal ministero della Difesa con l’immediato dimezzamen­to dello stipendio per undici mesi. Il ministro Guido Crosetto si affretta a precisare che si tratta di un provvedime­nto amministra­tivo automatico “ed esterno all’input dell’autorità politica”. Sia come sia, non poteva esservi miglior viatico alla campagna elettorale di Vannacci nel ruolo di vittima del Palazzo. Con una trionfale condanna in tribunale farà sicurament­e il pieno dei voti. Neppure Balzac era arrivato a immaginare tanto.

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