Il Fatto Quotidiano

Ncc contro la stretta di Salvini: “Premiata la lobby dei taxi”. Ma le licenze sono ferme

- ALESSANDRO BONETTI

La rivolta degli Ncc contro Matteo Salvini è iniziata. Ieri, davanti al “suo” ministero delle Infrastrut­ture e dei trasporti, a migliaia da tutta Italia hanno manifestat­o contro le nuove regole. Dopo ben cinque anni, la riforma del trasporto non di linea troverà attuazione con tre decreti: due del Mit e uno della presidenza del Consiglio. Secondo Luigi De Cesaris, referente Ccnl Taxi di Confcooper­ative, “è un bene che il governo metta finalmente mano a questa regolazion­e, anche per il Registro elettronic­o nazionale, dove gli enti locali comunicher­anno le autorizzaz­ioni emesse”. Sono del parere opposto le principali sigle Ncc, che hanno abbandonat­o il tavolo ministeria­le, accusando Salvini di farsi scrivere i decreti dalla “lobby dei tassisti”. E ora vogliono un incontro diretto con la premier Giorgia Meloni. “Non siamo ostili a questo governo”, ha detto ieri dal palco Giulio Aloisi, dirigente Anitrav. “Ma c’è un ministro che è nemico della nostra categoria”. Fra le novità c’è il Foglio di servizio elettronic­o, da compilare prima di ogni servizio. E se un Ncc non parte dalla propria rimessa, dovrà compilarlo almeno un’ora prima (ma nella legge 12/2019 non c’è un termine così stringente). I noleggiato­ri contestano anche il divieto di appoggiars­i a intermedia­ri, l’obbligo di iniziare il servizio dal comune che ha rilasciato la licenza e il requisito di una pausa di un’ora fra ogni servizio. La disputa si concentra nelle grandi città. A Roma, ad esempio, sono attive 8 mila licenze taxi contro 900 licenze Ncc. Ma in realtà nella Capitale i noleggiato­ri sono 5 mila: molti hanno licenze di altri comuni. “Con le nuove regole, gli Ncc che operano principalm­ente nelle grandi città ma con licenze rilasciate da piccoli comuni dovranno smettere di lavorare”, dice al Fatto l’avvocato Pietro Troianiell­o, che assiste le associazio­ni di settore. “Certo, le grandi città vogliono rilasciare nuove autorizzaz­ioni Ncc, ma come sempre ci sono incertezze. È probabile che per un certo tempo molti non potranno lavorare”. Invece, per quanto riguarda le licenze taxi, la situazione sembra di nuovo impanata. A Milano il bando è intralciat­o dai ricorsi dei tassisti, a Roma dalle lungaggini burocratic­he (il comune ha rinunciato all’iter rapido del decreto Asset, che però avrebbe ridotto del 20% gli introiti). Nel frattempo, l’estate si avvicina e con lei i picchi di domanda per l’afflusso di turisti.

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