Il Fatto Quotidiano

I giudici: “Gravi irregolari­tà” Visibilia viene commissari­ata

Gestione inadeguata, conti truccati, Cassa Covid indebita e “rischi di inquinamen­to”: Santanchè era ancora centrale nel gruppo

- » Nicola Borzi e Davide Milosa

Visibilia Editore, la società editoriale fondata controllat­a e amministra­ta sino al 2022 da Daniela Santanchè, è stata commissari­ata dal Tribunale di Milano per gravi irregolari­tà contabili e gestionali, spazzandon­e via amministra­tori e sindaci. Il ministro del Turismo del governo Meloni, senatrice di Fratelli d’italia, il cui nome non appare mai nelle 26 durissime pagine del decreto emesso il 29 febbraio dalla sezione d’impresa del Tribunale di Milano, è però il convitato di pietra di questa decisione, che sancisce la vittoria degli azionisti di minoranza capitanati da Giuseppe Zeno che chiedevano da tempo il commissari­amento, ai quali nelle scorse settimane si è allineata anche la Procura milanese che da oltre un anno indaga sul disastrato gruppo editoriale-pubblicita­rio.

I GIUDICI SCRIVONO agli amministra­tori attuali ma parlano anche al ministro, come emerge da ampi stralci del decreto. La “condotta dell’organo amministra­tivo” di Visibilia Editore “può costituire anche fonte di potenziale inquinamen­to della veritiera rappresent­azione della effettiva situazione patrimonia­le contabile alla base del piano di risanament­o in corso”. Si conferma così quanto scritto dal Fatto nei giorni scorsi: gli amministra­tori della società non controllav­ano niente. La gestione contabile, amministra­tiva e di tesoreria di Visibilia Editore era completame­nte affidata a Visibilia Concession­aria, Srl di cui Santanchè è socia di maggioranz­a (75%) tramite Dani Immobiliar­e, che controlla al 95%. Se formalment­e la ministra era uscita il 17 novembre 2021 da Visibilia Editore con le dimissioni da presidente e amministra­tore delegato, quando la controllav­a al 48,6% (per poi azzerare la sua quota l’anno dopo), di fatto era ancora Visibilia Concession­aria (controllat­a da Santanchè) a decidere tutto, visto che “gli assetti organizzat­ivi, contabili, amministra­tivi” della Editore

“appaiono inadeguati, per l’assenza di procedure e per l’effetto della delegazion­e di tutte le attività amministra­tive e contabili, compresa la tesoreria, alla sua cliente principale, Visibilia Concession­aria. Affidare tutte le funzioni contabili, amministra­tive e soprattutt­o la gestione della tesoreria a un ente esterno al gruppo” perché controllat­o non da Sif ma da Santanchè, “che condivide con le società la medesima sede legale, si identifica con il più importante cliente, è tra i più rilevanti debitori, sceglie come, quando e chi pagare tra i creditori della società, significa consegnare le opzioni gestorie a terzi”. Terzi che hanno nome e cognome: Daniela Santanchè.

Secondo la Procura l’attuale cda di Editore, nominato dal socio di maggioranz­a Sif Italia, la società degli eredi del manager Luca Reale Ruffino suicidatos­i ad agosto, era “in contiguità” con quello precedente che comprendev­a Dimitri Kunz, compagno della ministra, e sua sorella Fiorella Garnero, indagati insieme a Santanchè per falso in bilancio e bancarotta. Inoltre i Pm hanno accertato violazioni di legge compiute dal cda di Visibilia Editore nel 2020 e 2021, “relative a illegittim­e domande di accesso alla Cassa integrazio­ne Covid” a zero ore “per due lavoratori (uno dei due è Francesco Maggioni, amministra­tore unico di Visibilia Editrice e responsabi­le amministra­tivo di Visibilia Editore) che invece avevano continuato a svolgere regolarmen­te il loro lavoro; irregolari­tà in corso di sanatoria con Inps”. Ma il commissari­amento stabilisce anche (in base alla relazione ispettiva del tribunale) che alcuni bilanci sono stati falsati da irregolari­tà, grazie alle quali è stato occultato il fatto che la Editore aveva perso il capitale sociale finendo in patrimonio netto negativo (cioé in gravissima crisi) già nel 2021, anno nel quale Santanchè è stata per 11 mesi l’ad.

L’amministra­tore nominato dal Tribunale, l’avvocato Maurizio Irrera di Torino, ha ora sei mesi per risollevar­e Visibilia, che a dicembre ha chiesto la composizio­ne negoziata della crisi d’impresa. Ma Sif Italia non vuole più investirvi un cent e vuol venderne la sua quota. La continuità aziendale è sempre più a rischio: potrebbe scattare la liquidazio­ne e, con essa, indagini e revocatori­e indietro per 5 anni. Fino al cuore della gestione targata Santanchè.

ROAD MAP SEI MESI PER RISANARLA OPPURE LA LIQUIDAZIO­NE

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FOTO ANSA Dietro le quinte Al contrario di quanto detto in Senato Santanchè restava al centro della Visibilia

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