Droni, soldi e “servizi deviati”: tutti i tradimenti a Montecarlo
Che cosa ci fanno due droni Black Hornet, di quelli impiegati in Ucraina, chiusi dentro una cassaforte del palazzo sulla Rocca di Monaco? Lo Stato forse più piccolo e più ricco del mondo sta vivendo in questi mesi la crisi politico-giudiziaria più drammatica della sua storia. Il 18 settembre 2023, il sovrano Alberto II e le sue sorelle, le principesse Caroline e Stéphanie, hanno compiuto un atto mai visto prima: hanno presentato una denuncia, firmata dall’avvocato Thomas Giaccardi, al procuratore generale del principato contro l’amministratore dei loro beni, il potentissimo Claude Palmero, accusandolo del reato di abuso di fiducia e appropriazione indebita. Alberto lo aveva licenziato tre mesi prima, il 6 giugno, facendolo allontanare dal suo ufficio al primo piano del palazzo di Monte Carlo, dopo aver fatto apporre i sigilli alla sua cassaforte e messo sotto sequestro il suo computer.
MENO DI UN MESE DOPO il licenziamento dell’amministratore, ha lasciato il palazzo di Monaco anche Laurent Anselmi, uomo molto vicino a Palmero, già ministro della Giustizia e poi capo di Gabinetto del principe. Nel febbraio 2024 è stato posto in stato di fermo di polizia per alcune ore anche un cittadino monegasco che lavorava per Palmero, Erwan Grimaud, esperto di droni, con un profilo Instagram seguito da oltre 6 mila follower. Il Fatto quotidiano ha incontrato Grimaud che non ha voluto rilasciare dichiarazioni: a tutti dice di aver sempre agito in nome e nell’interesse del principe Alberto. Grimaud è stato dipendente part-time del Palazzo per un paio d’anni. È lui, con la sua società Mcclic, ad aver gestito i droni. I Black Hornet sono apparecchiature in dotazione all’esercito degli Stati Uniti e impiegati dagli ucraini nella guerra con la Russia. Piccoli come uccellini, silenziosissimi e dotati di fotocamere ad alta definizione capaci di riprendere di giorno e di notte, sono strumenti in grado di realizzare sofisticate missioni di spionaggio.
Nella denuncia e nelle sue successive integrazioni, il principe e le sue sorelle accusano Palmero di essersi rifiutato di riconsegnare beni, titoli e società che deteneva per conto della famiglia sovrana, tra cui la società Janus, con un patrimonio di 170 milioni di euro, che ha usato anche per investimenti personali, senza l’autorizzazione del sovrano. Nel maggio 2023 ha inoltre spostato 700 mila euro da un conto del principe al conto di una sua società, la Etoile de mer. Su questa stessa società, Palmero ha trasferito – secondo la denuncia dei principi – un totale di 14,1 milioni prelevati dal conto del suo ufficio, oltre a 1,4 milioni prelevati dalla società Rocafior, di proprietà del principe. Ma la più imbarazzante delle accuse rivolte a Palmero è quella di aver messo in piedi un sistema di false fatturazioni, con la complicità di Grimaud, per costituire una sorta di servizio segreto clandestino. La Mcclic ha emesso, tra il 2019 e il giugno 2023, 54 fatture per un totale di 1.131.254 euro, pagati dall’ufficio di Palmero, l’administration des Biens du Prince (Abp). Di queste fatture, 14 non corrispondono – secondo quanto scritto nella denuncia – a beni o servizi davvero forniti: Grimaud incassava il denaro pagato dalla Abp e poi lo passava cash a Palmero. È successo così per la fattura datata 22 novembre 2022 di 260 mila euro, che Palmero ha giustificato gli servissero per ottenere i contanti necessari a pagare i regali di Capodanno del palazzo, benché per queste spese la tesoreria della Rocca usi normalmente altre procedure. Contanti
contro fatture anche per la fattura di 100 mila euro del 28 aprile 2023. Altre sei fatture della Mcclic, per un totale di 539.400 euro, emesse per “servizi di consulenza e studi”, sono state in realtà usate per alimentare un fondo nero di 420 mila euro in contanti, usati per pagare materiale informatico e informatori che hanno confezionato oltre una quarantina di dossier d’intelligence
Cacciato il potente Palmero L’amministratore dei beni sovrani avrebbe messo in piedi un sistema di false fatturazioni per costituire un corpo clandestino di 007
consegnati in copia unica a Palmero, che dopo il suo licenziamento non li ha lasciati negli archivi dell’abp. La fattura di 112.704 euro del 17 novembre 2022 è servita invece a pagare i tre droni-spia Black Hornet, che l’ufficio di Palmero – sostengono i principi nella loro denuncia – non aveva alcun motivo di comprare, non essendo un servizio d’intelligence, ma un ufficio d’amministrazione di beni. Dunque l’attività di dossieraggio realizzata dalla Mcclic – sostiene la denuncia – è stata ideata da Palmero per sue esigenze personali: l’amministratore avrebbe utilizzato fondi appartenenti alla famiglia sovrana per finanziare una sorta di servizio segreto personale e per spiare alcuni obiettivi non ancora identificati. Con un obiettivo: individuare e monitorare il regista dei Dossiers du Rocher, una serie di articoli e documenti (tra cui decine di email hackerate e rese pubbliche senza il consenso degli interessati) messi online nell’ottobre 2021 con il proposito dichiarato di denunciare il malaffare politico e immobiliare a Monaco, rappresentato, secondo gli anonimi Dossiers, da Palmero e da alcuni imprenditori immobiliari molto attivi nel principato come Claudio Marzocco e Antonio Caroli, i cui contatti con Palmero sono documentati da decine di messaggi email trovati nel computer di Palmero dopo il suo licenziamento. Quando qualche giornale ha ipotizzato che il regista della raccolta e della pubblicazione anonima dei Dossiers potesse essere Patrice Pastor, un imprenditore immobiliare dal patrimonio miliardario
che opera a Monaco, questi ha fatto scattare le denunce per diffamazione. Ma il più corposo dei quaranta dossier stilati dalla Mcclic per Palmero è dedicato a un misterioso personaggio nascosto dietro il nome di “Herero”. Chi è? Sappiamo solo che gli Herero erano un popolo africano di pastori, sterminato nei primi anni del Novecento dai colonizzatori tedeschi in Namibia. E sappiamo che Pastor, una sorta di Johnny Depp dai capelli lunghi e brizzolati, con grossi anelli d’argento alle dita, è il grande avversario di Claude Palmero a Monaco. Ma non c’è naturalmente alcuna certezza che sia lui l’obiettivo del dossieraggio.
PALMERO HA INCONTRATO
il Fatto quotidiano ma ha chiesto tempo per rispondere alle domande poste. L’amministratore era arrivato al palazzo su Le Rocher, la Rocca di Monaco, nel gennaio 2001, quando era succeduto a suo padre, André Palmero, che esercitava lo stesso incarico di amministratore dei beni con il predecessore di Alberto, suo padre Ranieri III di Monaco, il marito di Grace Kelly. I Dossiers du Rocher hanno aperto a Monaco un conflitto senza risparmio di colpi, giudiziari e mediatici. Nel gennaio scorso, il quotidiano Le Monde aveva pubblicato quattro lunghi articoli con la versione di Palmero, sulla base di quanto riportato su cinque grossi quaderni su cui il contabile del principe ha annotato meticolosamente a mano, per anni, le sue iniziative finanziarie e immobiliari e i versamenti alla famiglia del principe. Ogni operazione – ha sostenuto – è stata realizzata per conto e con l’approvazione di Alberto, che sui quaderni è chiamato “Sas”, Sua Altezza Serenissima. Ieri, l’agenzia americana Bloomberg ha dedicato un lungo articolo agli affari immobiliari nel principato, tra cui quelli della Engeco, la società di Pierre e Andrea Casiraghi, figli della principessa Carolina. Ora sarà l’autorità giudiziaria di Monaco a dover affrontare l’intricato caso Palmero e a dover verificare i fatti descritti dalla famiglia sovrana nella denuncia che risale ormai a 5 mesi fa.