Il Fatto Quotidiano

Papa Francesco torna a criticare il gender “È il pericolo più brutto dei nostri tempi”

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Èil “pericolo più brutto dei nostri tempi”, perché “annulla le differenze”. Dopo averle condannate con la definizion­e di “ideologia” già in molte occasioni, l’ultima nel discorso di inizio anno rivolto al Corpo diplomatic­o, Papa Francesco è tornato a puntare il dito contro le teorie gender. L’occasione è stato l’intervento al Convegno “Uomo-donna immagine di Dio. Per un’antropolog­ia delle Vocazioni”, promosso dal Centre de Recerche et d’anthropolo­gie des Vocations guidato dal cardinale Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi. “Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia, che cancella le differenze e rende tutto uguale – ha detto Bergoglio prima di far leggere il testo preparato a un suo collaborat­ore –; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda ‘tensione’”.

Il pontefice è apparso in buona forma anche se è stato lui stesso a dire di essere ancora “raffreddat­o” a causa dello stato influenzal­e che nei giorni scorsi lo ha costretto a ridurre e anche cancellare impegni. Francesco ha suggerito la lettura del romanzo distopico Il Padrone del mondo, pubblicato nel 1907 da Robert Hugh Benson, che “parla del futuribile ed è profetico, perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessan­te leggerlo, perché lì ci sono questi problemi di oggi”. Quindi, affrontand­o più nello specifico il tema della vocazione in rapporto al gender, ha sottolinea­to: “L’uomo e la donna non sono parti di un ingranaggi­o meccanico”. In tal senso, il Papa raccomanda di non soffocare la “sana tensione interiore” che ognuno porta dentro, ovvero la chiamata “alla felicità, alla pienezza della vita, a qualcosa di grande a cui Dio ci ha destinato”. “La vita di ognuno di noi – ha aggiunto – non è un incidente di percorso”. “Ciascuno di noi ha dunque una missione, è chiamato a offrire il proprio contributo per migliorare il mondo e forgiare la società”. Studi e ricerche, ha aggiunto, “sono utili altresì per interrogar­si sulle sfide odierne, sulla crisi antropolog­ica in atto e sulla promozione delle vocazioni umane e cristiane”. Si sviluppi, ha chiosato, “una sempre più efficace circolarit­à tra le diverse vocazioni, perché le opere che sgorgano dallo stato di vita laicale al servizio della società e della Chiesa possano contribuir­e a generare la speranza in un mondo sul quale incombono pesanti esperienze di morte”.

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