Il Fatto Quotidiano

Brescia, il primo round in tribunale Parola all’accusa: “Cascata di prove”

Il 16 aprile replica delle difese, poi la decisione

- » Giovanna Trinchella INVIATA A BRESCIA

Dna, confession­i e la testimonia­nza di Mario Frigerio non sono le uniche prove contro Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia che 26 giudici in tre gradi di giudizio hanno considerat­o autori della strage di Erba in cui l’11 dicembre 2006 furono uccisi Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini, mentre Frigerio sopravviss­e nonostante la gola tagliata.

Per la procura generale di Brescia e per l’avvocatura dello Stato il processo di revisione non si deve fare e devono essere dichiarate inammissib­ili le tre istanze di revisione presentate dalla difesa degli imputati, dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser e dal tutore legale di Romano per scrivere un nuovo finale al caso. La pioggia intensa su Brescia non ha scoraggiat­o decine di persone, c’erano anche studenti di Economia arrivati da Erba, a fare la fila sotto una pioggia insistente. In aula anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, che prima di entrare si è detto “emozionato” per quella che “considera una rivincita”.

L’avvocato dello Stato, Domenico Chiaro, inizia il suo intervento puntando il dito contro le “suggestion­i mediatiche” arrabbiand­osi più volte perché, a suo parere, contro la coppia ci sono “la ferita di Rosa, le ecchimosi di Olindo, il poderoso movente (il processo per lesioni previsto due giorni dopo la strage, ndr), il contatore staccato, il comportame­nto anomalo degli imputati, le consulenze sulle lesioni inferte da una mano sinistra (la donna è mancina e simulò durante la confession­e l’omicidio del bimbo, n d r ) meno forte e mano destra più forte”. C’è la Bibbia su cui Olindo scrisse: “Accogli nel tuo regno il piccolo

Youssef, la sua mamma Raffaella, sua nonna Paola e Cherubini Valeria cui noi abbiamo tolto il tuo dono, la vita, le lettere a un religioso, le dichiarazi­oni al compagno di cella, i colloqui psichiatri­ci”. Per il sostituto pg, Guido Rispoli, c’è “una cascata di prove impossibil­i da ribaltare” e mostra in aula la pianta della casa con i corpi delle vittime per dimostrare perché la ricostruzi­one fin qui nota è l’unica vera.

Il legale della famiglia Frigerio respinge al mittente la tesi che il monossido respirato dall’uomo possa aver compromess­o la capacità di ricordare. L’avvocato di parte civile per i Castagna, Massimo Campa, individua, “nell’odio gretto il movente. Olindo e Rosa sono colpevoli, almeno oggi si dica fine a questa vergogna. Ventisei giudici hanno confermato che hanno ammazzato 4 persone, quasi 5. Il nuovo non esiste, è commedia dell’arte, ma drammatica”. Nella casa dell’eccidio “non c’è mai stato spaccio”. Dissonante l’intervento dell’avvocato Luca D’auria, che ha chiesto l’ammissione della testimonia­nza di Abdi Kais, tunisino come Marzouk, che dovrebbe parlare della pista già scartata della faida tra spacciator­i. Il legale ha chiesto di valutare le confession­i di Romano alla luce della “psicopatol­ogia” riscontrat­a quando era in carcere.

La difesa parlerà il 16 aprile dopo aver chiesto un rinvio. “Riteniamo che sia possibile ribaltare” l’esito dei precedenti processi “tramite le nuove prove – dice l’avvocato Fabio Schembri – Oggi sono stati affrontati aspetti tecnici ma si è entrati anche nel merito e potrebbe essere di buon auspicio”.

Si rivede anche Azouz Marzouk: “Questa è la mia una rivincita”

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