“THE REGIME”, FEROCE PARODIA DI UNA LEADER INCAPACE
Sei episodi diretti da Frears, con Winslet protagonista, per irridere le dittature
PER CHI È INTERESSATO a come può (dis)funzionare un regime totalitario nelle mani di una dittatrice schizoide e ipocondriaca, così fragile da diventare la più feroce dei despoti, non può perdersi The Regime – Il palazzo del potere, mini-serie in sei episodi disponibile su Sky e Now da lunedì.
SE IN IDEAZIONE E SCRITTURA c’è uno degli autori di Succession – Will Tracy – e in regia uno che i sovrani li ha descritti assai bene – Stephen Frears – insieme a Jessica Hobbs, a brillare sullo schermo è il sempre indiscusso talento di Kate Winslet, fascinosa 50enne capace di incarnare la summa dei peggior difetti nell’espressione (al femminile) del potere, capace di mentire a chiunque, specie a se stessa. Con inclusi l’accento snob, la “s” strisciata e la smorfia della bocca di cui faceva vanto Margaret Thatcher.
Ambientato in un immaginario staterello dell’europa centrale, la dark comedy di matrice britannica vede la sciagurata cancelliera Elena sedotta dal tormentato militare proletario Herbert (Matthias Schoenaerts) benché serenamente sposata a un parvenu parigino (Guillaume Gallienne). Sostanzialmente incapace di governare, d’improvviso la premier decide di invadere una striscia di terra limitrofa, resasi da anni indipendente perché “è giusto che ci riprendiamo ciò che è nostro”. Ovvi i “puramente casuali” riferimenti di duplice crisi geopolitica, la Russia putiniana vs l’ucraina e l’israele di Netanyahu vs Gaza, meno scontate le descrizioni dei passaggi che scandiscono gli intrighi di palazzo nel (dis)farsi di un impero micragnoso, tra colpi di scena violenti e siparietti triviali. Con una morale gattopardesca a suggellare il trionfo del bluff, laddove tutto deve cambiare per rimanere uguale.