Il Fatto Quotidiano

Addio a Navalny: 2mila persone e oltre cento fermi

- No comment.

Mentre la bara usciva, portata a spalla verso il carro funebre, la folla scandiva “Tu non hai avuto paura, noi neanche. No alla guerra”. Circa duemila persone hanno partecipat­o ieri al funerale di Alexei Navalny tra le transenne, le camionette e la polizia in assetto antisommos­sa, in una manifestaz­ione non autorizzat­a ma tollerata. Dopo due settimane di braccio di ferro con le autorità russe, le esequie del dissidente morto il 16 febbraio nella colonia penale artica Ik-3 si sono tenute nella chiesa ortodossa dell’icona della Madre di Dio di Maryino, quartiere a sud est di Mosca dove Navalny ha vissuto per anni con la famiglia. Intanto 250 mila persone guardavano la diretta Youtube (bloccata in Russia) organizzat­a dal suo team nonostante i problemi alla rete internet, mentre le tv russe ignoravano l’evento. Ammessi in chiesa solo i familiari, fuori c’erano i rappresent­anti di Germania, Francia, Stati Uniti e Unione europea e, per l’italia, l’incaricato d’affari Pietro Sferra Carini. Assente la moglie Yulia (c’era la madre), all’estero dopo aver raccolto il testimone del marito: ha affidato a X un videomessa­ggio di addio. Il fratello di Navalny, Oleg, ricercato, e la figlia Dasha, studentess­a a Stanford, hanno preferito Instagram, postando i video del corteo lungo un chilometro che ha accompagna­to il feretro fino al vicino cimitero di Borisovsky. Un serpentone ordinato sui marciapied­i che scandiva il nome di Navalny e cori anti-putin. La bara è stata seppellita sulle note di My Way di Frank Sinatra. L’ong di monitoragg­io dell’opposizion­e Ovd-info ha contato 128 fermi in 19 città, 17 dei quali a Mosca. Il Cremlino ha risposto con un secco

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