Il Fatto Quotidiano

Congresso Pse, Schlein incorona Schmit nel segno del salario minimo

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Il salario minimo prima di tutto: il congresso del Pse alla Nuvola di Roma, ieri, elegge il Commissari­o al Lavoro della Ue, il lussemburg­hese, Nicolas Schmit, Spitzenkan­didat (il candidato premier Ue) per acclamazio­ne. Che ha come primo merito quello di essere il padre del salario minimo. Lui lo ha detto più volte, e non solo ieri, che anche l’italia deve introdurlo. E così tra lui e la segretaria del Pd, Elly Schlein è una corrispond­enza di amorosi sensi che va avanti per tutto il giorno. Tanto che lei gli fa il segno del cuoricino dalla platea, mentre lui dal palco le fa i compliment­i per la Sardegna. “Vogliamo un’europa per i lavoratori”, scandisce lei, in un intervento in un inglese fluido, con alcuni inserti in italiano, quando deve affondare contro il governo. Un intervento in cui rimette al centro non solo la lotta per i diritti, il sostegno a Kiev, il cessate il fuoco in

Medio Oriente, l’avvertimen­to al Ppe che - se si allea con un Ecr a trazione Orban e Zemmour - il Pse non ci starà, ma anche una citazione di Draghi. Quando deve ribadire davanti a Olaf Scholz, che sul punto è contrario, che l’europa ha bisogno di investimen­ti comuni. “Mario Draghi ha detto che sono necessari 500 miliardi”. Mentre il congresso chiude con Bella ciao, c’è chi dice che è pronta per una leadership europea. Così vanno via piuttosto rassegnati i vari big arrivati anche per parlare di candidatur­e, da Dario Nardella a Antonio Decaro. Nessuno di loro sarà capolista: Schlein l’ha (quasi) spuntata. Non solo correrà lei, ma metterà a guidare le liste volti della società civile. Stefano Bonaccini, che sarà costretto a correre, visto che di terzo mandato non se ne parla, ha convocato per domenica prossima una convention della sua area sull’europa. Presenti Beppe Sala, Paolo Gentiloni e Schmit. Schlein no.

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