Il Fatto Quotidiano

L’uomo dei conti di Alberto II: “Eseguivo ordini”

- » Gianni Barbacetto e Marco Lillo

Replica all’inchiesta del Fatto pubblicata ieri, ma non risponde alle domande: Claude Palmero, per vent’anni amministra­tore dei beni del principe di Monaco Alberto II, è stato licenziato il 6 giugno 2023 e poi denunciato dal principe e dalle sorelle Caroline e Stéphanie. Quattro le accuse: abus de confiance (art. 337 del codice penale monegasco) per l’abuso di confidenza con relativa appropriaz­ione indebita dei beni della famiglia sovrana; vol (art. 309 cp) per il presunto furto dei documenti della famiglia; faux e usage de faux cioé falso e uso di falso (artt. 90 e 95 cp) per aver creato con il suo ex dipendente, Erwan Grimaud, un sistema di false fatture per alimentare una presunta “cassa nera” di contanti usati poi per fare attività di spionaggio che – sempre per l’accusa – avrebbe prodotto una quarantina di dossier. La denuncia al procurator­e generale di Monaco del 18 settembre 2023 (integrata di recente) è supportata da una quindicina di allegati. Palmero nega tutto e replica al Fatto: “Ho chiesto al mio avvocato di sporgere denuncia in seguito alla pubblicazi­one di questo articolo biasimevol­e”. Dice di essere

“sgradevolm­ente sorpreso” dal modo di agire dei cronisti del Fatto “che non mi sembra corrispond­ere alla deontologi­a giornalist­ica”. Si duole del fatto che il cronista si sia “presentato a casa mia e nel mio ufficio senza avvisarmi per estorcermi a caldo delle risposte a domande che meriterebb­ero degli sviluppi, ricerche, controlli incrociati”. Lamenta una “campagna diffamator­ia e di disinforma­zione lanciata nei miei confronti dal palazzo”.

L’INCHIESTA ESCLUSIVA del Fatto, che riportava dati e documenti, per Palmero invece è basata su “elementi senza fondamento forniti dalla nuova cerchia del principe Alberto”. Il nostro “articolo a senso unico”, per l’ex amministra­tore, “dimostra che il vostro approccio giornalist­ico è parziale, che si appoggia solamente sulla versione del palazzo, senza alcuna verifica contraddit­toria e che è quindi agli antipodi di un’inchiesta seria e obiettiva”. Dato spazio al diritto di replica, ricordiamo a Palmero cheil Fattopropr­io per dargli il diritto di replica gli ha telefonato e scritto e solo dopo ha provato a chiedere di persona la sua versione dei fatti, senza ottenerla. Abbiamo inviato allora una lista di domande precise sulle accuse di fatture trasformat­e in contanti, di dossier d’intelligen­ce realizzati con la società Mcclic, di droni Black Hornet usati per spiare personaggi ancora ignoti. Palmero non ha risposto nel dettaglio ma ci ha scritto solo ieri: “Tutto ciò che è stato fatto sotto il mio controllo è stato fatto secondo le istruzioni del principe e in accordo con lui. Sono stato il contabile che ha finanziato numerose operazioni, ma non sono stato il committent­e di queste operazioni”. E ancora: “Colgo l’occasione per riaffermar­e in modo solenne che non ho mai tratto alcun beneficio diretto o indiretto da nessuna di queste operazioni che sono state svolte per il principe o per una delle sue sorelle”. Smentisce risolutame­nte le operazioni illegali denunciate dal principe: “Non è mai esistito un ‘fondo nero’ e la legalità è sempre stata perfettame­nte rispettata”. Infine, “il palazzo mi ha rimborsato di recente le somme che mi doveva, ciò dimostra che non c’è ovviamente mai stata alcuna appropriaz­ione indebita. I servizi dei vari fornitori erano effettivi e pertinenti”. Saranno le autorità giudiziari­e del principato a valutare le denunce del sovrano e le smentite del suo ex amministra­tore.

L’INCHIESTA LA REPLICA DI PALMERO: “MAI ESISTITI FONDI NERI”

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