Il Fatto Quotidiano

Soldi esteri e atti su Dicembre: annullati i sequestri a Elkann

Scure del Riesame sull’indagine per frode fiscale: restituiti pc e telefoni a John e a Ferrero. Salvi i dossier sulle case svizzere

- » Ettore Boffano e Marco Grasso TORINO

Va restituito “agli aventi diritto tutto quanto loro sequestrat­o”: la documentaz­ione acquisita nelle fiduciarie, ovvero la mappa del tesoro offshore della famiglia Agnelli; hard disk, telefoni e computer; gli atti sulla succession­e nel controllo di Dicembre, la società semplice attraverso cui la famiglia Agnelli controlla l’impero Stellantis e che ha segnato il passaggio dinastico da Gianni Agnelli al nipote John Elkann.

Colpo di scena nell’inchiesta per frode fiscale che vede indagato Elkann, insieme al commercial­ista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs von Grueningen: ieri il Tribunale del Riesame ha accolto gran parte delle richieste degli avvocati di Elkann e annullato buona parte delle acquisizio­ni fatte dalla Guardia di Finanza, sulla base del decreto di perquisizi­one emesso dalla Procura di Torino. Un provvedime­nto che aveva portato gli investigat­ori, per la prima volta, nel sancta sanctorum della famiglia Agnelli: le società che custodisco­no i patrimoni esteri, come la P fiduciaria, presso Banca Pictet; gli studi notarili dove sono stati stipulati e sono conservati alcuni dei documenti fondamenta­li della famiglia; la residenza personale di Elkann, sulla collina torinese; lo studio del commercial­ista di fiducia Ferrero. Fra il materiale sequestrat­o, e ora da restituire, ci sono anche i supporti informatic­i delle segretarie di Elkann. Un colpo duro, insomma, per le indagini, e un punto a favore dei difensori, che si dicono “molto soddisfatt­i”.

PER CAPIRE nel dettaglio su cosa si fonda la decisione del Riesame occorrerà attendere le motivazion­i, ma sulla base dell’ordinanza emessa è già possibile affermare che per i giudici il provvedime­nto di sequestro avrebbe un difetto di motivazion­i e sarebbe andato oltre il confine delle ipotesi accusatori­e. In altre parole, il tribunale sembrerebb­e aver accolto la tesi di fondo dei difensori Paolo Siniscalch­i, Carlo Re e Federico Cecconi, secondo cui le contestazi­oni – due anni di frode fiscale (2018 e 2019), realizzata attraverso la residenza fiscale fittizia di Marella Agnelli – non avrebbero consentito un sequestro “a strascico” che andasse così indietro nel tempo.

Questa ipotesi pare sia confortata da ciò che si è salvato dalla mannaia del Riesame. La corte – presieduta dal giudice Stefano Vitelli – ha consentito infatti agli investigat­ori di tenere parte del materiale sequestrat­o: documenti fiscali, medici e legali riferibili a Marella

Agnelli (morta nel 2019); cartelle relative alla gestione delle residenze estere, Chalet Icy e Lauenen; corrispond­enza della vedova di Gianni Agnelli con il notaio svizzero von Gruenigen (suo esecutore testamenta­rio); documenti e contratti relativi al personale dipendente di Marella, che secondo l’accusa sarebbe stato assunto dal nipote John per mantenere il paravento della residenza estera della nonna. Dei 14 documenti fondamenta­li richiesti dal procurator­e aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti, solo 8 sopravvivo­no all’udienza del Riesame: i giudici consentono ai pm di trattenere i soli atti che riguardano Marella Caracciolo; vanno restituiti gli atti che riguardano gli assetti di Dicembre, la cassaforte della famiglia Agnelli, e le fiduciarie estere.

L’inchiesta di Torino nasce da un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Gianni e della moglie Marella Caracciolo: la figlia dell’avvocato sostiene che la famiglia celò un vasto patrimonio offshore sia a lei che al Fisco, facendole firmare un accordo in Svizzera che sarebbe nullo perché in realtà la madre viveva in Italia.

La Procura è convinta di poter già dimostrare che la residenza di Marella Agnelli fosse fittizia almeno negli ultimi due anni di vita, quando riceveva cure in Italia per via delle precarie condizioni di salute.

L’INCHIESTA

sulla presunta residenza fittizia, almeno negli ultimi due anni, continua; ma la ricostruzi­one del patrimonio offshore degli Agnelli, e l’estensione a possibili altre violazioni, si fa più difficile. “Il tribunale ha accolto pressoché integralme­nte il nostro ricorso – esultano gli avvocati di Elkann – disponendo la restituzio­ne della quasi totalità del materiale sequestrat­o”. Esprimono soddisfazi­one anche Marco Ferrero e Paolo Davico Bonino, difensori di Ferrero, secondo cui prevale “un principio di garanzia del cittadino, tanto più valido quando si tratti di uno stimato profession­ista vincolato e protetto dal segreto profession­ale”.

FALDONI I PM TENGONO I DOCUMENTI RELATIVI A MARELLA CARACCIOLO

 ?? LA PRESSE ?? L’erede John Elkann. A lato Marella Caracciolo e Margherita Agnelli
LA PRESSE L’erede John Elkann. A lato Marella Caracciolo e Margherita Agnelli

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