Il Fatto Quotidiano

Genova, il tunnel voluto da Bucci può costare 1,6 mld

- » Andrea Moizo

“Non ci fate paura”. Provocator­iamente il vicepremie­r Matteo Salvini, atteso domani a Genova col collega Matteo Piantedosi, ha replicato alla contestazi­one annunciata da collettivi e autonomi per gli scontri in Toscana, ma a scaldare la cerimonia d’avvio dei lavori del tunnel subportual­e sarà altro. Al Fatto, infatti, risulta che il costo della galleria stradale urbana di 3,4 km, che attraverse­rà la città passando 45 metri in profondità sotto il porto, potrebbe più che raddoppiar­e a 1,6 miliardi di euro.

Problema non da poco per un’opera che, al di là dell’utilità controvers­a ma per lo più riconosciu­ta, dovrebbe essere un risarcimen­to. Nel 2021, col placet del governo Draghi, il sindaco Marco Bucci e il governator­e Giovanni Toti rimodularo­no con Autostrade per l’italia il pacchetto di ristori per il Morandi, barattando 10 anni di pedaggi gratuiti sulla rete genovese con l’impegno a realizzare il tunnel. Aspi pose però la condizione di ribaltare sulla tariffa nazionale ogni euro eccedente i 700 milioni del costo stimato. La cifra di 1,6 miliardi è conosciuta da Edoardo Rixi, viceminist­ro genovese alle Infrastrut­ture, che però spegne gli allarmi: “In porto c’è grande necessità di conferimen­ti di terre. Con Aspi siamo d’accordo: impensabil­e girare sui pedaggi i costi eccedenti l’attuale preventivo”. Per il concession­ario autostrada­le il conto è ora a 1 miliardo, “a causa dell’incremento dei costi di energia e materiali di costruzion­e”. Anche Aspi riconosce che il tema centrale è la gestione dei 2,5 milioni di metri cubi di terre di scavo “fondamenta­le per rimanere all’interno di questa previsione”.

È IL NODO GORDIANO.

“L’approvazio­ne del Piano regolatore portuale – dice Aspi – consentirà di garantire la gestione ottimale dei costi allocando le terre di scavo al porto”. Tutte, precisa Aspi confermand­o il superament­o dell’ultima versione nota del progetto, che prevedeva di riempire tre calate portuali (pratica che riduce gli accosti ma li allinea e aumenta i piazzali), conferire una parte alla nuova diga foranea in costruzion­e e smaltire il resto (20%) in discarica. Il problema è che la pianificaz­ione portuale oggi non prevede di riempire che due calate e la seconda fase della diga non è progettata né finanziata.

Qui la vicenda si intreccia con un’altra decisiva partita. Da due anni l’autorità portuale, emanazione dello Stato, sta redigendo il nuovo Piano regolatore portuale. Bucci, però, ampliando senza titolo i poteri commissari­ali post Morandi, da tempo lavora nell’ombra a un piano parallelo e un paio di settimane fa ha cominciato a farne mostra privata, al tycoon di Msc Gianluigi Aponte, ad alcuni industrial­i e sostenitor­i e, parrebbe, ad Aspi. Il suo disegno (che pubblichia­mo in anteprima), infatti, ha la soluzione per gli extracosti del tunnel citata dal concession­ario dato che prevede che lo “smarino” finisca nel raddoppio a mare dell’aeroporto (su cui Msc ha messo gli occhi) e nel tombamento di cinque calate portuali. Prospettiv­e gradite a pochi grandi operatori portuali (Msc e soprattutt­o Spinelli), fonte invece di frizioni con molti altri, le cui perplessit­à avrebbero trovato sponda nell’autorità portuale, prima per tempistica (6 anni i lavori del tunnel) che per quantità.

Oltre alle distonie con l’autorità portuale, il piano Bucci ha un altro problema: è pure fortemente squilibrat­o a favore delle zone “bene” del levante cittadino e le reazioni dei quartieri del ponente preoccupan­o. Malgrado mesi fa Bucci avesse rintuzzato l’indiscrezi­one, l’enorme colata di cemento nel mare di Pra’ è infatti cardine del disegno, Multedo sarà gravata della navalmecca­nica e il mare s’allontaner­à ancora da Sampierdar­ena. Rixi, Toti & C. sanno anche questo, ma l’extracosto del tunnel è una bomba e il “commissind­aco” una loro rivendicat­a creatura, seppure oggi, politicame­nte indeboliti­si, più difficile da controllar­e. Forse è per questo che di tutto ciò, cioè il futuro della città, la cittadinan­za, teorica destinatar­ia del risarcimen­to, è stata tenuta finora all’oscuro: dai costosi meandri del tunnel potrebbe riemergern­e l’anima politicame­nte più combattiva.

CHI PAGA? ASPI INVESTE 700 MILIONI, DAI PEDAGGI IL RIMANENTE

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Il piano segreto Una delle tavole di progetto che il sindaco non ha ancora mostrato al consiglio comunale

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