Il Fatto Quotidiano

Politici e Vip controllat­i, Melillo e Cantone: “Csm e Copasir ci chiamino”

- » Antonio Massari

L’inchiesta di Perugia sui circa 800 accessi abusivi (legati a personaggi politici prevalente­mente del centrodest­ra, area M5S e alcuni vip del calcio e dello spettacolo) effettuati dal finanziere Pasquale Striano, e confluiti in parte negli articoli pubblicati da Il Domani, approderà adesso al Copasir e al Csm. Ieri i procurator­i di Perugia Raffaele Cantone (titolare dell’inchiesta) e dell’antimafia Giovanni Melillo hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commission­e antimafia e da quello del Comitato parlamenta­re per la sicurezza della Repubblica. Melillo guida la Direzione nazionale antimafia dove hanno prestato servizio (all’epoca era presieduta da Federico Cafiero De Raho, estraneo alle indagini) sia Striano sia Antonio Laudati, ex sostituto procurator­e dell’antimafia, a capo della struttura che riceveva le ‘Sos’ (segnalazio­ni operazioni sospette). Entrambi sono indagati per accesso abusivo al sistema informatic­o. In concorso con Striano sono indagati i giornalist­i del Domani Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine. Nessun dossieragg­io è stato contestato dalla Procura, ma una notevole mole di accessi non sempre erano collegati ai giornalist­i (che hanno usato le informazio­ni per i loro articoli).

Melillo e Cantone hanno chiesto di valutare “con l’urgenza del caso” perché la ritengono “necessaria alle valutazion­i riservate” di Csm, Copasir e Commission­e antimafia. La Lega ha invece chiesto al Copasir di approfondi­re la questione “in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia”.

È INTERVENUT­O anche il vicepresid­ente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulé: “C’è materia per temere l’esistenza di un attentato alla democrazia italiana o quantomeno del tentativo di deviarne il corso”. Va ricordato che Mulé si ritrovò a commentare un caso simile circa 15 anni fa, da direttore di Panorama, quando un suo cronista fu coinvolto (l’inchiesta si concluse con un patteggiam­ento) nell’indagine che portò alla condanna della sua fonte, un finanziere che effettuò 1.340 accessi (tra i target Marco Travaglio, Luigi De Magistris, il giudice Raimondo Mesiano che si era occupato di processi legati alla Fininvest, Beppe Grillo, Antonio Di Pietro e Gioacchino Genchi nonché mezza famiglia Agnelli). All’epoca Mulé commentò: “Ha fatto al meglio il suo lavoro di cronista. A scanso di equivoci, e di chi si voglia mettere a pensare a dossieragg­i o killeraggi, il collega ha usato le informazio­ni ricevute solo per scrivere gli articoli”. Il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri, chiede un’immediata ispezione alla Procura nazionale antimafia. Il Pd replica con Vincenza Rando e Walter Verini: “Sono da respingere alcune dichiarazi­oni scomposte e delegittim­anti verso la magistratu­ra e l’antimafia. Le audizioni di Cantone e Melillo saranno un aiuto sulla vicenda con quella chiarezza e trasparenz­a per le quali tutta la politica dovrebbe impegnarsi senza polveroni e tentativi di delegittim­azione”.

“È uno scandalo spiare i telefonini dei cittadini ma spiare i telefoni degli avversari politici per distrugger­ne la carriera è una cosa da dittature sudamerica­ne non da democrazie occidental­i”, ha detto ieri Matteo Renzi al Tg1, anche se nell’inchiesta non si è mai parlato di telefoni spiati.

“Fratelli d’italia – ha dichiarato invece il capogruppo alla Camera di FDI Tommaso Foti – pretende chiarezza su questo pericoloso dossieragg­io che coinvolge delicati uffici dello Stato e vede certa stampa organizzar­e con queste informazio­ni campagne di fango principalm­ente contro politici di centrodest­ra. Bisogna capire chi sono i mandanti e quali interessi privati si celano dietro”.

“Dentro FD’I – replicano fonti del M5S – regna la confusione. Si chiedono come mai non ci siano politici dell’opposizion­e fra chi ha subito intrusioni e fanno le vittime, insinuando l’idea di complotti da cui resterebbe­ro al riparo le attuali forze di minoranza. Devono essersi persi un piccolo dettaglio: al centro di questi episodi ci sono addirittur­a il leader del M5S Giuseppe Conte e la sua compagna”.

L’inchiesta sul finanziere Il Carroccio: “Democrazia sotto attacco”. FDI: “Trovare i mandanti del dossieragg­io” (mai contestato a Perugia)

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Il procurator­e Raffaele Cantone; a sinistra il ministro Crosetto: la sua denuncia ha fatto aprire l’indagine perugina
FOTO LAPRESSE L’indagine Il procurator­e Raffaele Cantone; a sinistra il ministro Crosetto: la sua denuncia ha fatto aprire l’indagine perugina

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