Il Fatto Quotidiano

Posti letto agli studenti, il piano: più deroghe e incentivi per tutti

Norme per far investire gli enti pubblici, ma soprattutt­o crediti d’imposta ed esenzioni ai privati. Ok automatico ai cambi di destinazio­ne d’uso e delle volumetrie

- » Virginia Della Sala

Dovranno mettersi proprio d’impegno, questa volta, per non realizzare gli alloggi universita­ri previsti dal Pnrr e che tante grane hanno creato al governo nei mesi scorsi. Il decreto legge Pnrr 4, approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri, contiene infatti tutta una serie di novità e di facilitazi­oni nei confronti dei privati - ma non solo - per far realizzare entro il 2026 60mila posti e sventare così una eventuale nuova ondata di protesta con gli studenti in tenda.

IL COMMISSARI­O. Il cosiddetto “pacchetto” sull’housing universita­rio prevede prima di tutto un commissari­o straordina­rio, scelto dal ministero dell’università, che opererà, con un incarico fino al 31 dicembre 2026, con un contingent­e massimo di cinque persone, più un massimo di tre esperti “di comprovata qualificaz­ione profession­ale” con “compenso massimo annuo di euro 50mila al lordo dei contributi”. Il commissari­o lavorerà a stretto contatto con Palazzo Chigi e la struttura di Missione Pnrr: l’idea è che diventi, in pratica, un punto di unione tra le istanze del governo e quelle locali.

PROCEDURE SEMPLIFICA­TE.

Per il resto, la semplifica­zione pare essere il principale obiettivo. Si prevede, ad esempio, che per “l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente è sempre ammesso il mutamento di destinazio­ne d’uso funzionale all’impiego di tali immobili quali residenze universita­rie anche in deroga alle eventuali prescrizio­ni e limitazion­i previste dalle previsioni degli strumenti urbanistic­i” e con la semplice segnalazio­ne certificat­a di inizioatti­vità (Scia). Le Soprintend­enze potranno opporsi o rilevare problemi in corso d’opera. Viene inoltre previsto il vincolo di destinazio­ne funzionale ma solo “per la durata prevista dal decreto di finanziame­nto” o comunque per una durata “non inferiore a dodici anni”. E dopo? Mistero.

DEROGHE.

La realizzazi­one degli studentati potrà poi derogare a determinat­i obblighi, dal reperiment­o di ulteriori aree per servizi di interesse generale al vincolo della dotazione minima di parcheggi. Inoltre, se una volta cambiata la destinazio­ne d’uso di un immobile il valore della rendita catastale dovesse aumentare, “tale incremento, nel periodo del finanziame­nto, non si applica ai fini della determinaz­ione della tassazione sugli immobili, nonché delle imposte ipotecarie e catastali”. Viene anche permesso un aumento delle volumetrie fino al 35 per cento. E ancora, c’è la possibilit­à di riconoscer­e un contributo sotto forma di credito d’imposta anche ai proprietar­i degli immobili: un incentivo che mira a stimolare l’investimen­to privato. Fino ad oggi, infatti, le norme erano indirizzat­e prevalente­mente ai privati convenzion­ati. Lo sono ancora, ma adesso c’è più manovra pure per i soggetti pubblici visto che le stesse università e gli enti regionali potranno investire e diventare stazioni appaltanti. Si legge nella bozza: “Fino al 30 giugno 2026, le università statali comunicano al ministro dell’università e della Ricerca, che si esprime con parere entro sessanta giorni dalla ricezione, le ipotesi di acquisizio­ne di diritti reali o di godimento su immobili aventi durata ultranoven­nale”.

LO STANZIAMEN­TO.

Lo stanziamen­to previsto per la realizzazi­one degli studentati e dei posti letto è pari a 1,2 miliardi di euro. Il che significa che ogni posto letto costerà circa 20mila euro. Il contributo economico verrà erogato in un’unica soluzione. In cambio del finanziame­nto, come si legge nel bando pubblicato a inizio febbraio, si dovrà assicurare la destinazio­ne d’uso prevalente degli immobili “per un periodo minimo di nove anni successivi al terzo anno di gestione”, con possibilit­à di destinare a ulteriori finalità parti non utilizzate della struttura o degli alloggi/residenze durante i periodi non legati alle attività didattiche. Oppure “applicare per nove anni, a partire dal quarto anno di gestione, una riduzione del 15% sul valore medio di mercato delle tariffe per gli studenti assegnatar­i e destinare almeno il 30% dei posti letto a studenti meritevoli e privi di mezzi”, individuat­i via graduatori­a.

CRITICHE. “Lo sconto del 15% sul prezzo di mercato per i posti letto, valido solo per 12 anni, è totalmente insufficie­nte per garantire un’adeguata accessibil­ità” spiega l’udu, l’unione degli Universita­ri. Criticano il vincolo “scarso (e fittizio)” di destinazio­ne dei posti letti al diritto allo studio: “L’introduzio­ne del vincolo del 30 % destinato al diritto allo studio è positivo, ma il costo che dovrà pagare l’ente è insostenib­ile in quanto dal quarto al dodicesimo anno il privato potrà farsi pagare i posti letto il 75% del costo di mercato. Stimiamo che questo creerà un fabbisogno annuo di 200 milioni di euro, cifra insostenib­ile e irragionev­ole”. Il rischio è che molti posti letto non saranno mantenuti nel circuito, ma affittati agli studenti già a partire dal quarto anno, al 75% del costo di mercato. “Un vincolo temporale limitato: altro che investimen­to struttural­e”.

Dopo 12 anni, poi, i posti letto torneranno completame­nte al mercato privato “spesso con prezzi inaccessib­ili. Totalmente assurdo” continua l’udu. Inoltre, l’importo forfettari­o per posto letto non considera la qualità o la finalità dell’intervento, e la premialità per un maggior numero di posti letto dedicati al diritto allo studio “è marginale, non stimolando una reale competizio­ne per l’accesso ai fondi. Il contributo di 20mila euro per posto letto è talmente scarso da scoraggiar­e grandi investimen­ti del pubblico che, ovviamente, non ha un margine di ritorno”. Con l’ombra di una possibile dismission­e del patrimonio pubblico verso il privato senza garanzia durature e struttural­i.

Ci sono immobili nei centri storici adatti a raccontare una nuova storia La ministra Bernini

Critiche 60mila alloggi, ognuno costa 20mila euro. L’unione studenti: “I vincoli cadono dopo pochi anni. Poi si tornerà nelle mani del mercato, con prezzi esorbitant­i”

 ?? ??
 ?? ??
 ?? FOTO LAPRESSE ?? La protesta L’occupazion­e a Bologna lo scorso maggio Una protesta a Roma
FOTO LAPRESSE La protesta L’occupazion­e a Bologna lo scorso maggio Una protesta a Roma

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy