Genova, studenti e portuali contro il leader leghista e Piantedosi
“Contro guerra e repressione, Piantedosi dimissione”. Questo lo striscione che ieri mattina ha aperto il corteo di circa 100 studenti che si sono dati appuntamento alla stazione marittima di Genova per protestare contro i ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, dopo le manganellate sferrate dalle forze dell’ordine agli studenti durante la manifestazione pro-palestina organizzata a Pisa lo scorso 23 febbraio. Il ministro dell’interno e quello delle infrastrutture erano a Genova per l’inaugurazione dei lavori del tunnel subportuale. Il corteo degli studenti genovesi, cui si sono aggiunti alcuni portuali del Calp, è arrivato in piazza Corvetto, a pochi metri dalla prefettura di Genova. Ma la zona è stata blindata dalla polizia con mezzi e personale e, quindi, inaccessibile ai manifestanti. Il corteo, scandito da slogan e canti, è arrivato davanti alle camionette e non ha fatto registrare tensioni né problemi.
Non c’è stato nessun incontro con Salvini e Piantedosi che hanno prima presenziato alla cerimonia di inaugurazione del tunnel all’interno del porto. E poi si sono diretti in prefettura, accolti da fischi e cori del manifestanti, per la sottoscrizione di un protocollo di legalità affinché nei cantieri del tunnel non si possano infiltrare imprenditori legati alla criminalità organizzata.
Con i giornalisti il ministro Salvini è tornato a parlare delle manganellate dicendo che “un ingegnere può sbagliare, un ministro può sbagliare, così come un insegnante, una commessa, un infermiere o un avvocato, anche una donna o un uomo in divisa possono sbagliare e dall’errore traggono la lezione per sbagliare di meno in futuro, l’importante è non buttare nella carneficina della politica le donne e gli uomini in divisa che meritano sempre e comunque il nostro rispetto e sostegno, senza se e senza ma”.