Il Fatto Quotidiano

La Ue affila le armi e difende la “sua” Spotify: multa Apple per 1,8 miliardi

“Come le banane negli anni 70”

- » Virginia Della Sala

L’Antitrust Ue ha comminato una multa record: 1,8 miliardi di euro che valgono come “deterrente” a cui si aggiungono 40 milioni di sanzione vera e propria, nei confronti di Apple, accusata di aver violato le regole sulla concorrenz­a per i servizi di streaming musicale. In pratica, secondo quanto emerso dalle indagini ormai pluriennal­i, Cupertino impedirebb­e agli sviluppato­ri delle app di informare gli utenti che hanno iphone e ipad dell’esistenza di servizi di streaming musicale alternativ­i. L’indagine è partita infatti da un reclamo di Spotify, che è una delle app di settore più diffuse e che, soprattutt­o, è svedese. Nata e cresciuta in Europa.

“PER UN DECENNIO,

Apple ha abusato della propria posizione dominante nel mercato dello streaming musicale attraverso l’app Store – ha detto ieri la vicepresid­ente della Commission­e europea Margrethe Vestager – Lo ha fatto impedendo agli sviluppato­ri di informare i consumator­i sui servizi musicali alternativ­i e più economici disponibil­i al di fuori dell’ecosistema Apple”. L’UE ha anche ordinato ad Apple di rimuovere tutti gli ostacoli e Vestager ha sottolinea­to che Bruxelles sta pure consideran­do se l’azienda sia conforme alla nuova legge sul mercato digitale, la Digital market act (Dma), applicata dal 7 marzo.

L’importo della sanzione è pari allo 0,5% dei ricavi globali di Apple e, dicevamo, segue una denuncia antitrust del marzo 2019 da parte di Spotify che definiva Apple “un giocatore” e un “arbitro” al tempo stesso. L’UE aveva annunciato l’indagine nel 2020, nel 2021 c’era stata la comunicazi­one formale. Nei due anni successivi l’accusa è stata perfeziona­ta, perdendo alcuni elementi e concentran­dosi su altri. Si era parlato a lungo dell’ipotesi di una multa da 500 milioni di euro, oggi si è arrivati a quasi due miliardi di cui la quasi totalità riguarda il calcolo dei danni potenziali agli utenti dell’ue. Inoltre, le misure imposte a Cupertino riguardano non solo lo streaming musicale ma tutti i prodotti del suo negozio virtuale.

Apple ha risposto attaccando la decisione, sostenendo che non ci sia “alscale cuna prova credibile di danni ai consumator­i” ma solo “un mercato che è fiorente, competitiv­o e in rapida crescita”. Sostiene che Spotify voglia “riscrivere le regole dell'app Store per adattarle ai propri interessi commercial­i” e la indica come una piattaform­a che da un decennio avrebbe tentato di formulare lamentele sulla concorrenz­a con “poche basi nella realtà”. “Questa decisione non è fondata sulle leggi esistenti sulla concorrenz­a” scrive Apple alludendo all’intenzione della Commission­e di far rispettare il Digital Markets Act prima che diventi legge. “Paradossal­mente, in nome della concorrenz­a, la decisione consolida la posizione dominante di un’azienda europea che è leader indiscusso del mercato della musica digitale”. Alla domanda se la decisione segni un cambiament­o politico per la Commission­e, Vestager ha risposto che le autorità antitrust del blocco hanno “l’obbligo di continuare a sviluppare il modo in cui vediamo la nostra base giuridica per garantirne la pertinenza”. Poi: “Questo è un caso raro. Sappiamo per certo che negli anni 70 ci fu un caso sulle banane – ha spiegato ricordando la lotta che ci fu sull’apertura ai mercati esteri contro le multinazio­nali statuniten­si –. È bello passare dalle banane alle mele”.

L’accusa La Mela non mostra altre offerte La replica: “Un favore alla App svedese”

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