MAL DI TESTA, SPIA DI TANTE MALATTIE
PIÙ DI 1 MILIARDO
di persone in tutto il mondo, almeno una volta l'anno, soffrono di un attacco di emicrania. Negli ultimi anni, sono state pubblicate ricerche che mettono in evidenza come l'emicrania possa potenzialmente aumentare tra l'altro il rischio di ictus, malattie cardiache, epilessia, problemi del sonno, ma anche ansia, depressione e alcune patologie gastrointestinali. Una nuova ricerca del Seoul National University College of Medicine in Corea del Sud ha affermato che l'emicrania potrebbe essere responsabile di un aumento del rischio di malattie infiammatorie intestinali (Ibd), termine generico che include il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Secondo Brooks D. Cash, professore e capo della divisione di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione presso L'UT Health Houston in Texas, l'emicrania non è causa della patologia, ma una delle manifestazioni, quindi un effetto. A suo favore le osservazioni di uno studio pubblicato negli Usa nel 2021, che ha rilevato una prevalenza più elevata di emicrania o forti mal di testa tra gli adulti con Ibd rispetto a quelli senza. La diatriba continua e si incrociano critiche tra i diversi gruppi di ricercatori. A confondere il quadro, l'osservazione che l'emicrania è associata al rilascio di serotonina e i trasportatori di questa molecola si trovano nell'intestino. Sta di fatto che la galassia di patologie correlate a quelle intestinali sta diventando sempre più affollata. Ci sono cambiamenti nelle vie di comunicazione intestino-cervello o nelle percezioni sensoriali nel sistema nervoso enterico e centrale? È coinvolto il microbioma intestinale? Ci sono fattori psicologici e mediati dallo stress in gioco? Sono tutte domande che aspettano una risposta. È chiaro che gli studi attuali e non solo in campo gastroenterologico esortano il medico ad adottare la visione olistica del paziente, guardandolo nella sua totalità, lasciando finalmente alle spalle l'era dell'iperspecializzazione, nella quale ogni parte di organo veniva indagata da un clinico diverso che disconosceva il resto del corpo e la mente del suo paziente.