Quelle Sos su Gravina, i pm: “Autoriciclaggio”
Appropriazione indebita e autoriciclaggio. Sono le ipotesi di reato che accompagnano il fascicolo aperto alla Procura di Roma sulle segnalazioni redatte nel 2022 dal “Gruppo Sos” della Procura Nazionale Antimafia, su alcune operazioni finanziarie di Gabriele Gravina. Il presidente Figc non è indagato. Queste stesse informative fanno parte di quelle che la Procura di Perugia, in un’altra inchiesta – tra gli indagati i cronisti del Domani, Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine (quest’ultimo per un episodio risalente a quando scriveva sul Fatto) – ritiene frutto di accessi abusivi da parte del coordinatore del gruppo Sos, il finanziere Pasquale Striano. Vicenda, quest’ultima, per il quale Gravina si ritiene parte lesa, visto che, per i pm umbri, Striano avrebbe costruito una “proposta di trasmissione alla Procura” di Roma, firmata dal magistrato antimafia Antonio Laudati (che risponde di abuso d’ufficio), anche sulla base di appunti ottenuti nel 2022 da Emanuele Floridi (il suo legale nega la circostanza). Floridi è un ex collaboratore di Gravina poi vicino al presidente della Lazio, Claudio Lotito.
FERME RESTANDO le modalità – che la procura di Perugia ritiene illecite – con cui il dossier è stato costruito, ai pm romani spetta ora verificarne il contenuto. Si parla, in sintesi, di due compravendite effettuate da Gravina nel 2018, anno della sua elezione a presidente Figc (prima era a capo della Lega Pro): l’acquisto di un’abitazione a Milano per la figlia della compagna e della vendita mai completata al consulente della Lega calcio, Marco
Bogarelli (deceduto nel 2021) di una collezione di libri antichi. Secondo gli appunti giunti a Striano, i movimenti di denaro sarebbero collegati, in maniera sin qui indimostrata, alla vendita dei diritti tv della Lega Pro, ma fonti vicine al presidente Figc smentiscono queste ricostruzioni. Gravina non è indagato e non è mai stato sentito dai pm di Roma. A Perugia, è stato sentito come testimone e nell’occasione, spiegano fonti a lui vicine, ha voluto anche chiarire come “le compravendite fossero assolutamente regolari” e di “non aver preso un euro illegalmente”. I pm di Perugia hanno sentito come testimone anche Lotito. Il senatore di Forza Italia e Gravina sono ai ferri corti da quando il primo è stato costretto a “sven
CASA E LIBRI IL CAPO FIGC NON È INDAGATO. LUI: “NO ILLECITI”
dere” la Salernitana nel 2021, perché la sua presenza in Serie A era incompatibile con la Lazio.
Fa da sfondo la vendita del club campano. Ieri Lotito al Tg1 ha detto che vuole essere ascoltato anche dai pm romani. L’obiettivo, dicono al Fatto fonti vicine al presidente laziale, è quello di “unire i puntini”. Lotito alla fine del 2023 aveva querelato per appropriazione indebita i trustee che guidarono la vendita della Salernitana da luglio a dicembre 2021, culminando con la cessione per 10 milioni all’imprenditore Danilo Iervolino. Ma per le perizie di parte depositate dai legali di Lotito, il club valeva “tra i 40 e i 70 milioni”. Ne è nata un’altra inchiesta, affidata alla Finanza. Sull’affare Salernitana, c’è anche l’ulteriore indagine per tentata truffa, nata dall’email con cui il 7 febbraio 2022 la Figc gira ai pm romani una relazione degli stessi trustee i quali, causa “presenza di fondi esteri di provenienza non certa”, bocciavano due offerte da 38 e 26 milioni dalla svizzera Private Value AM e dalla slovena Global Pacific Capital Md. Cifre molto più vicine alle richieste di Lotito.