“La tua rivoluzione è stata la mia”: Di Cesare ricorda la Br e “sconcerta” la sua università
Barbara Balzerani, la brigatista che partecipò al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro, scatena polemiche anche da morta. Donatella Di Cesare, professoressa di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma e firma del Fatto, ha affidato a un post su X parole di cordoglio verso Balzerani: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Il post – poi cancellato – ha scatenato un vespaio sui social, e ha provocato la reazione di vari esponenti del centro destra (come Giovanni Donzelli, Maurizio Gasparri e Licia Ronzulli). É intervenuto sul caso anche il vicepremier, Matteo Salvini: “In cattedra alla Sapienza e molto spesso ospite dei salotti tv di La7. Un inaccettabile insulto alle vittime del terrorismo rosso”. Ma le stigmatizzazioni arrivano anche da sinistra: “Trovo inquietanti le parole espresse dalla professoressa Donatella Di Cesare a proposito di Barbara Balzerani”, ha dichiarato Francesco Verducci, senatore PD. Chiamata in causa da più parti, Antonella Polimeni, la rettrice dell’ateneo in cui insegna la docente finita al centro della polemica, ha espresso “sconcerto” e ricordato, a nome della comunità accademica, “l’altissimo tributo di sangue pagato dall’università Sapienza nella stagione del terrorismo”. Polimeni ha ribadito “la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione”. Massimo Cacciari l’ha difesa, denunciando il fraintendimento: un post di speranze rivoluzionarie fallite, più che di nostalgia per una compagna andata via”. Non è tardata ad arrivare la replica di Di Cesare agli attacchi ricevuti: “Sono stupita e sconcertata per la tempesta che si è sollevata. Leggo dichiarazioni di ministri che mi stigmatizzano con parole molto pesanti. Sono sempre stata lontana da ogni forma di violenza. Lo testimoniano la mia vita, i miei scritti, il mio insegnamento. Ho ricordato la morte di Barbara Balzerani da cui sono sempre stata distante. In quel contesto ho accennato a quella trasformazione radicale cui la mia generazione aspirava. Alcuni hanno scelto la lotta armata; io ho preso la strada del femminismo. Ho sperimentato la violenza di quegli anni in prima persona, quella di molti fascisti”.