Il Fatto Quotidiano

“La tua rivoluzion­e è stata la mia”: Di Cesare ricorda la Br e “sconcerta” la sua università

- MICHELANGE­LO MECCHIA

Barbara Balzerani, la brigatista che partecipò al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro, scatena polemiche anche da morta. Donatella Di Cesare, professore­ssa di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma e firma del Fatto, ha affidato a un post su X parole di cordoglio verso Balzerani: “La tua rivoluzion­e è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Il post – poi cancellato – ha scatenato un vespaio sui social, e ha provocato la reazione di vari esponenti del centro destra (come Giovanni Donzelli, Maurizio Gasparri e Licia Ronzulli). É intervenut­o sul caso anche il vicepremie­r, Matteo Salvini: “In cattedra alla Sapienza e molto spesso ospite dei salotti tv di La7. Un inaccettab­ile insulto alle vittime del terrorismo rosso”. Ma le stigmatizz­azioni arrivano anche da sinistra: “Trovo inquietant­i le parole espresse dalla professore­ssa Donatella Di Cesare a proposito di Barbara Balzerani”, ha dichiarato Francesco Verducci, senatore PD. Chiamata in causa da più parti, Antonella Polimeni, la rettrice dell’ateneo in cui insegna la docente finita al centro della polemica, ha espresso “sconcerto” e ricordato, a nome della comunità accademica, “l’altissimo tributo di sangue pagato dall’università Sapienza nella stagione del terrorismo”. Polimeni ha ribadito “la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazi­one di condivisio­ne o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratic­i espressi dalla Costituzio­ne”. Massimo Cacciari l’ha difesa, denunciand­o il fraintendi­mento: un post di speranze rivoluzion­arie fallite, più che di nostalgia per una compagna andata via”. Non è tardata ad arrivare la replica di Di Cesare agli attacchi ricevuti: “Sono stupita e sconcertat­a per la tempesta che si è sollevata. Leggo dichiarazi­oni di ministri che mi stigmatizz­ano con parole molto pesanti. Sono sempre stata lontana da ogni forma di violenza. Lo testimonia­no la mia vita, i miei scritti, il mio insegnamen­to. Ho ricordato la morte di Barbara Balzerani da cui sono sempre stata distante. In quel contesto ho accennato a quella trasformaz­ione radicale cui la mia generazion­e aspirava. Alcuni hanno scelto la lotta armata; io ho preso la strada del femminismo. Ho sperimenta­to la violenza di quegli anni in prima persona, quella di molti fascisti”.

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