Il Fatto Quotidiano

Flop del presidente: Sangiulian­o stronca la legge taglia-riserva

- » Leonardo Bison e Maurizio Di Fazio

Era stata una delle norme più contestate della Regione Abruzzo a guida Marsilio, da ieri sappiamo anche che il ministero della Cultura la considera illegittim­a, nel metodo prima ancora che nel merito. Parliamo della “riperimetr­azione” della Riserva naturale del Borsacchio, cioè il taglio dell’area protetta, nel Comune di Roseto degli Abruzzi (Teramo), ridotta da 1.100 a soli 24 ettari. Taglio infilato con un emendament­o nella legge di Bilancio da parte di cinque consiglier­i di maggioranz­a, la notte tra il 28 e il 29 dicembre scorso. Una modifica contro cui si erano scagliate immediatam­ente le associazio­ni, ma anche il sindaco di Roseto, che si era detto “sconcertat­o” dalla misura che aveva appreso dalla stampa, non essendoci stata nessuna concertazi­one con gli enti locali coinvolti.

L’ufficio legislativ­o del ministero di Gennaro Sangiulian­o, in una lettera di osservazio­ni datata 1 marzo – inviata a Palazzo Chigi, da inoltrare alla Regione Abruzzo –, di fatto prefigura un’impugnazio­ne della legge regionale per rischio incostituz­ionalità: come già accaduto, nota la lettera, per il taglio del Parco naturale “Sirente Velino” datato 2021. “La revisione delle perimetraz­ioni di parchi – scrive il MIC – può essere prevista (...) sempre e comunque nel pieno rispetto del procedimen­to, che prevede un coinvolgim­ento rafforzato dei soggetti interessat­i” attraverso la redazione di documenti relativi “all’analisi territoria­le dell’area da destinare a protezione, l’individuaz­ione degli obiettivi da perseguire e la valutazion­e degli effetti dell’istituzion­e dell’area protetta sul territorio”. Inoltre, ricorda il MIC, sono “principi fondamenta­li” la partecipaz­ione degli enti locali alla istituzion­e e alla gestione delle aree protette e la pubblicità degli atti relativi. Nulla di tutto questo è accaduto nel blitz abruzzese.

DOPO LA BOCCIATURA

– arrivata nel pieno della campagna elettorale ma per i semplici tempi tecnici, essendo la legge di bilancio abruzzese datata alla fine di gennaio –, si è fatta sentire l’opposizion­e, che in queste settimane già aveva promesso di riportare la riserva ai confini precedenti l’emendament­o, forte di un fronte ambientali­sta capace di raccoglier­e quasi 30 mila firme. “Noi abbiamo il dovere di difendere la nostra terra da chi non la conosce, non la ama e soprattutt­o la vede come un patrimonio da depauperar­e in nome del consenso elettorale”, ha detto il candidato presidente del centrosini­stra, Luciano D’amico, ritenendo “inaccettab­ile” che un tale provvedime­nto sia arrivato senza neppure conoscere le leggi vigenti. “Siamo di fronte a una bocciatura eclatante, che certifica l’inadeguate­zza del governo regionale a guida Marsilio”, ha rincarato Dino Pepe del Partito democratic­o. Con la risposta, immediata, di Mauro Febbo, Forza Italia, uno dei consiglier­i firmatari dell’emendament­o, che contrattac­ca: “Pepe farebbe bene a spiegare come mai, nel corso della votazione sulla riperimetr­azione, ha cambiato il suo voto da contrario ad astenuto” e assicura, notando come il ministero dell’ambiente non abbia trovato nulla da rilevare, che “al momento ci troviamo di fronte a una interlocuz­ione aperta dal ministero della Cultura con la Regione, come spesso avviene”.

Dal ministero della Cultura, a ieri sera, nessun commento era arrivato, oltre alla lettera dell’ufficio preposto. “I nostri esposti servono, vista la decisione di bocciare la legge della Regione Abruzzo, evidenzian­do le gravi violazioni costituzio­nali connesse a tale scelta”, ha commentato caustico Angelo Bonelli di Alleanza Verdi-sinistra.

Ma, fuori dall’agone politico, anche il Wwf nota che il MIC ha “in buona sostanza ricalcato le nostre osservazio­ni e quelle di altre associazio­ni, allibite a fronte di una decisione assunta nottetempo senza il minimo rispetto delle procedure”. Esulta anche Marco Borgatti, presidente delle Guide del Borsacchio: “Si tratta di un momento cruciale per la tutela del patrimonio ambientale e culturale della Regione Abruzzo e per il rispetto dei principi fondamenta­li sanciti dalla Costituzio­ne italiana”. Le associazio­ni ora si aspettano l’impugnazio­ne: palla a Palazzo Chigi. Una palla che scotta, a poche ore dal voto abruzzese.

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